Intervista al presidente dimissionario della Sicilia Raffaele Lombardo sulle pagine de LA STAMPA: "Presidente Lombardo, cosa farà adesso che si è dimesso? Si ritira nella sua casa di campagna in contrada San’Antonino, in provincia di Catania? Farà come Cincinnato in attesa di essere chiamato dalla politica? ‘Macchè, basta con la politica. Cincinnato aveva 40 anni e io ne ho 62. Sono gli altri, i giovani autonomisti che devono andare avanti. Io sto fuori, mi voglio finalmente godere il mio "buen retiro" dove ho sette specie di galline e da lì osservare lo spettacolo esilarante di una campagna elettorale dove i candidati sono più dei partiti. Ma lei lo sa che nei 4 anni in cui sono stato presidente siciliano ci sono andato tre volte?’. Difficile credere che lei smetterà di fare politica. Non si candida alle regionali e nemmeno alle prossime politiche? ‘Esatto. Certo darò un contributo agli amici che me lo chiederanno, andrò un po’ in giro. Anche se mi e ci descrivono come brutti, sporchi e cattivi, il movimento politico che ho fondato non scomparira’, anzi sono sicuro che avra’ un ottimo risultato. Prevedo un 20% e non si chiamera’ piu’ Mpa ma il partito dei siciliani’. Dara’ un contributo, sia lei sia le persone che in questi anni ha assunto, soprattutto nelle Asl e nel settore della sanita’?
‘Smettiamola con questo tormentone. Durante la mia presidenza non c’e’ stata una sola assunzione ingiustificata. Tutte le persone nominate negli enti ospedalieri e per le cariche dirigenziali delle Asl andavano nominate perche’ bisognava riempire caselle lasciate vuote in seguito a dimissioni o a pensionamenti. Se non lo avessi fatto commettevo il reato di omissione d’atti d’ufficio’. Ma sono tutti targati "LombardoMpa"? ‘Ancora con questa storia del clientelismo…
Senta, non facciamo gli ingenui o gli ipocriti. Tutti facevano segnalazioni, e quando dico tutti dico proprio tutti, deputati, senatori di tutti i partiti, nessuno escluso. Le dico di piu’: le segnalazioni sono arrivate anche da fuori il mondo politico, dal mondo degli imprenditori, delle forze dell’ordine, della chiesa, ma non ci trovo nulla di scandaloso se viene segnalato un bravo professionista.
Anche lei poteva segnalarmi una persona meritevole… Qui adesso mi vogliono far passare per il diavolo mentre gli altri sono tutti delle verginelle. Ma su, finiamola con i luoghi comuni! Si e’ urlato allo scandalo perche’, prima di dimettersi, ho nominato il nuovo assessore alle Autonomie e all’Energia. Era pero’ necessario: il primo deve occuparsi delle elezioni regionali del 28 e 29 ottobre, il secondo dell’emergenza dei rifiuti, con tutto quello che sta succedendo nella discarica di Bellolampo a Palermo’. La Regione ha un buco nel bilancio di oltre 5 miliardi, la spesa sanitaria nel 2011 e’ aumentata del 7,36% rispetto all’anno precedente, i dipendenti sono 28 mila, i forestali un esercito… (à) Qual e’ stata la sua piu’ grande amarezza?
‘Intanto l’accusa di collusioni mafiose che dimostrero’ essere falsa. Io non sono stato nemmeno ascoltato dai magistrati e prima ancora di ricevere un avviso di garanzia sono stato fucilato sulla pubblica piazza dai media. Poi c’e’ un’amarezza personale dovuta al tradimento di alcuni amici.
Mi riferisco soprattutto a Nicola Leanza che era venuto da me piangendo quando nessuno voleva piu’ candidarlo e invece con me e’ diventato segretario e capogruppo regionale dell’Mpa, deputato nazionale, presidente facente funzione della Regione. Ora e’ ritornato tra le braccia di Casini e di un partito che vuole mettere gli artigli sulla Sicilia. Ma Casini sappia che si e’ messo in casa un traditore, un trasformista, un quaquaraqua’. Forse vanno cercando gente simile, degli ascari che predicano il rinnovamento e sono stati alla corte siciliana di Cuffaro fino a quando Cuffaro e’ caduto in disgrazia. Lui, Casini, e’ stato il beneficiario degli anni in cui l’Udc ha governato in prima linea la Regione Siciliana. Sono stati gli anni delle assunzioni facili e degli sprechi, che noi abbiamo cercato di correggere. Ora vediamo cosa mettera’ in campo, s’avanza un certo D’Alia: e’ il frutto del patto tra Bersani e Casini, una merce di scambio per compensare Casini che aspirava a fare il premier, il presidente della Repubblica… Come quando ai bambini si danno 10 euro piu’ cinque caramelle.
Magari gli faranno fare pure il presidente di una due Camere, piu’ la Sicilia’. (à)".
Intanto in Sicilia spunta una carica di 12 candidati per il dopo-Lombardo. Scrive il CORRIERE DELLA SERA: "Mentre scaldano i muscoli Francesco Cascio e Gianfranco Micciche’, Gianpiero D’Alia, Massimo Russo e tanti altri, la prima campagna elettorale balneare dell’autonomia siciliana comincia a colpi di fioretto all’interno del centrosinistra. Fra due dei dieci, forse dodici, candidati gia’ in corsa per la successione a Raffaele Lombardo. Con un fendente di Claudio Fava, l’ex eurodeputato di Sel, coordinatore nazionale del partito di Vendola, diretto contro Rosario Crocetta, l’eurodeputato del Pd che arriva dalle lotte a mafia e racket, accusato di non avere ‘mai espresso un commento critico su Lombardo, nemmeno sui suoi ultimi indecenti atti’. Un modo per chiamare a raccolta ‘chi vuol davvero rompere col vecchio sistema’, a cominciare dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando, destinatario di un appello di Fava lanciato forse nell’ora sbagliata perche’, mentre lui si augurava ‘di condividere con Italia dei valori la battaglia alternativa e di liberazione della Regione’, le agenzie rilanciavano la notizia su Vendola pronto a stracciare la foto di Vasto, annunciando a Bersani ‘un si’ all’alleanza con l’Udc’ e bollando Di Pietro di ‘populismo’.
Quanto basta per capire quanto questa campagna balneare sia intercettata da un dibattito nazionale che rischia di spiazzare perfino i candidati gia’ partiti in quarta". Per il Pdl, prosegue il quotidiano milanese, "sara’ dura. Perche’, da una parte, il Pdl ufficiale potrebbe convergere su Francesco Cascio, determinato presidente dell’Assemblea spesso in questi anni in aperta contrapposizione con Lombardo e i suoi sostenitori. E c’e’ pure Giuseppe Castiglione, il vicepresidente delle Province italiane. Mentre risorge sempre da ‘tecnico’ papabile Roberto Lagalla, il rettore di Palermo.
Dall’altra, freme un pezzo di Pdl che con la candidatura di Vincenzo Leontini s’avvicina al Pid di Rudy Maira e Saverio Romano, l’ex ministro appena assolto. Un turbinio dal quale prende le distanze Gaspare Sturzo, il magistrato dei ‘liberi e forti’, pronipote del sacerdote che nel 1919 fondo’ il Partito Popolare. Anche lui in corsa, come i bastian contrari dei grillini, qui incerti sul nome da candidare, forse orientati su un geometra nisseno, Giancarlo Cancellieri, nessuna parentela col ministro. Mentre affilano le lame i leader dei ‘Forconi’, gli indignados spaccati in due aree, una delle quali aperta al partito della rivoluzione di Sgarbi che lancia un acuto e candida niente di meno che Franco Battiato, il cantautore che sui blog figura, pero’, come sponsor di Claudio Fava".