Le principali associazioni ambientaliste non mollano sul Ponte sullo Stretto di Messina e scrivono al governo per chiedere che venga "rigettato un progetto inutile, dispendioso e dannoso". In una nota congiunta, Fai, Italia Nostra, Legambiente, Man e Wwf, dopo aver ricordato le decisioni del governo di definanziare il progetto e le dichiarazioni di alcuni ministri, osservano che "a questo punto, in piena spending review, ci si attendeva da un momento all`altro la cancellazione definitiva del progetto ed il citato scioglimento della società. In tal senso erano anche trapelate più volte dal ministero delle Infrastrutture notizie circa il procedere della chiusura".
"Niente di tutto ciò – osservano – qualche giorno fa, il commissario al Ponte, Pietro Ciucci, ha rilanciato, tentando quanto meno di procrastinare la chiusura, annunciando l`aggiornamento dello studio di impatto ambientale". Inoltre, aggiungono, "Ciucci Mentre si attendeva una pronuncia negativa dell`esecutivo, Ciucci "addirittura minaccia il ‘ricorso al presidente della Repubblica per la perdurante inerzia dell`esecutivo sulla questione del Ponte’".
Per questo le associazioni hanno scritto al presidente del Consiglio Mario Monti e ai ministri competenti, sottolineando "innanzitutto la singolare bizzarria – forse tutta italiana – per cui un commissario governativo e ad di una società a maggioranza governativa, nominato sempre dal governo, minaccia un conflitto grave con lo stesso esecutivo. A giudizio delle associazioni, tale modo di procedere sarebbe da sottoporre a severa censura e a eventuali provvedimenti conseguenti".
Nella lettera le Associazioni ricordano "le maggiori incoerenze e incongruenze del progetto. Dapprima si ricorda che, nonostante oltre quarant`anni di progettazione e numerose versioni dell`elaborato, con una spesa di svariate centinaia di milioni, non è ancora dimostrata con certezza la costruibilità tecnica del manufatto Ponte".
Ancora si richiamano le lievitazioni dei costi del progetto negli ultimi anni, dai 6,3 miliardi di euro del preliminare agli 8,5 miliardi di euro del definitivo del 2011. Si sottolinea come dagli stessi documenti e protocolli procedurali, si evinca nettamente che fino all`approvazione del progetto definitivo non esistono penali, quindi in questa fase c`è solo da computare il riconoscimento delle spese sostenute dal General Contractor. In questo senso è ulteriormente sconcertante che, operato il definanziamento da parte del governo, società e concessionaria abbiano proceduto ad ulteriori progettazioni e studi ambientali, inducendo di fatto esborsi a debito aggiuntivi per la comunità nazionale.
Successivamente si richiamano le anomalie della "Variante di Cannitello", progetto di ristrutturazione della linea ferroviaria, già esecutivo sotto la gestione di Rfi e la supervisione della Regione Calabria, poi forzosamente dichiarato "collegato al Programma Ponte", con il forte aggravio dei costi e il rischio che il General Contractor potesse usare anche la circostanza dell` "opera collegata" in eventuali contenziosi con lo stato. Ancora si ricordano i flussi di traffico in declino, con il crollo dei collegamenti di lunga distanza con la Sicilia, che da tempo non giustificano più l`attraversamento stabile (11,6 milioni di auto l`anno, a fronte di un ponte che ne può portare oltre 105 milioni).
Si punta poi l’indice sulle carenze e le lacune dello studio per la Valutazione di impatto ambientale, non aggiornato peraltro per le strutture principali nonostante le variazioni sostanziali rispetto al Preliminare. Si sottolinea "l`assoluta mancanza" di una Valutazione di incidenza complessiva in un`area speciale in cui ricadono ben undici Siti di Importanza Comunitaria e due grandi Zone a Protezione Speciale. Non si tiene conto né vengono rispettate le prescrizioni paesaggistiche e fortemente carenti sono le assunzioni dei vincoli di difesa del suolo ex Pai, ovvero aree a rischio alluvionale. In conclusione, le Associazioni "chiedono al governo la coerenza con la linea tenuta finora sulla questione e quindi ribadiscono la richiesta di rigetto del Progetto e scioglimento della società; in coerenza con le esigenze di Spending Review, anche per la ricordata inesistenza di penali in questa fase".