
Egregio Direttore,
mi riferisco alla lettera di Giovanni Dotti che con la sua fervida eloquenza e riferendosi anche a personaggi importanti del passato ha spiegato chiaramente il significato ed il valore semantico delle parole: indifferenza, prudenza, paura e coraggio, per cercare di scuotere l’animo e la coscienza dei Cittadini per una loro maggiore partecipazione “sui problemi grandi e piccoli della Collettività”.
So bene che il buon Dotti e molti altri lettori negli ultimi due-tre anni di questi tentativi ne hanno lanciati a iosa e che l’opinione pubblica ha poco recepito tali messaggi, ma adesso è veramente ora di dire basta a questa classe di politici, pardon: politicanti menefreghisti.
Abbiamo sufficientemente constatato che coloro che hanno governato negli ultimi venti anni, all’infuori di pensare ai propri interessi e privilegi e come aumentarsi i vantaggi e gli appannaggi, spesso non hanno concluso nemmeno le riforme che avevano promesso per raggiungere o mantenere l’agognato “cadreghino”, come la riforma elettorale, la diminuzione dei parlamentari, l’eliminazione di tanti Enti inutili, la riduzione degli armamenti, le fasulle innumerevoli consulenze, le eccessive scorte e tantissimi altri sprechi.
Occorrono pertanto persone nuove, che abbiano il coraggio di cambiare metodo di far politica e di non seguire le orme dei “barbagianni” di partito. Persone capaci che senz’altro si trovano anche in seno ai vari partiti e che sono state tenute sin’ora nell’ombra dai “capi”. Devono venir fuori e formulare, in previsione delle prossime elezioni, le loro proposte di rinnovamento per migliorare la nostra disastrata situazione.
Molti decani della politica, che parlano soltanto il “politichese”, hanno dimostrato ampiamente la loro inefficienza a governare per il bene comune e la loro prepotenza nel “pensare solo ai loro interessi” senza ascoltare minimamente e senza mai rispondere ai rimproveri, alle denunce ed alle aspettative dei Cittadini. Ma noi non dobbiamo demordere perché, anche se non rispondono, i politici o chi per essi i giornali, on-line o stampati, li leggono e prima o poi qualcosa gli resterà nella “zucca”.
Oltre ad una presa di coscienza e maggiore partecipazione dei Cittadini nel far sentire la propria voce sui giornali è auspicabile, anzi necessaria una ampia divulgazione da parte della Stampa ampliando le rubriche delle lettere al giornale, dei commenti e dei sondaggi ad hoc.
Come si dice: la speranza è l’ultima a morire.
P.S. : Il tutto vale anche per i politici degli Enti Locali.
Martino Pirone