Egregio Direttore,
credo che finora sia stata la PAURA a bloccare ogni tentativo di “ribellione democratica” da parte dei Cittadini, che se anche in cuor loro in gran parte disapprovano l’operato dei politici NON OSANO opporvisi decisamente, e tantomeno impegnarsi attivamente in politica perché qualcosa cambi veramente. Perché non scrivono più spesso ai giornali, perché non espongono più numerosi le loro critiche, perché non avanzano senza timore le loro proposte?
Ma forse un modo ci sarebbe per AVVICINARE I CITTADINI ALLA POLITICA, quello di introdurre nel sistema dei MECCANISMI di “DEMOCRAZIA DIRETTA”: solo così penso che il nostro sistema politico si possa svecchiare, ridando voce e fiducia ai Cittadini, voce e fiducia che finora sono state stoppate dall’invadenza dei partiti. Sarebbe molto opportuno e “democratico” che i politici che governano le nostre Città anziché decidere come al solito di testa propria combinando solo DISASTRI (vedi i tanti interventi inutili se non anche inopportuni o dannosi portati avanti con arroganza negli ultimi anni, incuranti del parere dei Cittadini) scendessero dall’alto dei loro scranni e si cimentassero concretamente coi Cittadini sui problemi quotidiani, soprattutto quando interessano TUTTI, indipendentemente dal loro colore politico (come ad es. quello del Teatro, dell’Ospedale, dell’ambente e del verde pubblico, della collocazione di edifici, uffici o strutture di interesse pubblico, ecc.), possibilmente con quegli STRUMENTI di DEMOCRAZIA DIRETTA (usati con successo nella vicina Confederazione Elvetica ma purtroppo invisi ai nostri partiti) che sono i REFERENDUM POPOLARI.
Introducendo dei “minireferendum” popolari (anche se finora non previsti per legge) si avvicinerebbero i Cittadini ai loro Rappresentanti politici, si darebbe loro voce e rappresentanza, si eviterebbe la disaffezione, la protesta, lo scollamento attuale tra i Cittadini e la politica, perché solo coinvolgendo la Cittadinanza nelle decisioni importanti e stimolandola alla PARTECIPAZIONE diretta si potranno superare quella scarsa considerazione e quel “rigetto” per la politica e per i suoi rappresentanti attualmente diffusi in larga parte della società. E la nostra “democrazia rappresentativa” così non si ridurrebbe più ad una “delega in bianco” data per ben 5 anni a questa o a quella persona e/o parte politica, ed il politico di turno non si sentirebbe più autorizzato – come ora – a fare tutto quello che vuole o che gli viene imposto dal partito. Ed anche i fenomeni di protesta, più che giustificati, che recentemente si sono incanalati in certe nuove formazioni politiche potrebbero così non essere più necessari o comunque venir ridimensionati.
In altre parole NON DOVREBBERO PIÙ ESSERE I CITTADINI AD AVER “PAURA” DEI POLITICI MA I “POLITICI” DEI CITTADINI, che avendo la possibilità di “controllarli” e giudicarli costantemente in base al loro operato, e anche prevenirli o stopparli in certe scelte sbagliate (che sono poi costretti a “digerire” a cose fatte – vedi il caso del mantenimento dei due Ospedali a Varese), non dovrebbero più aspettare fino alla fine del loro mandato per decretare col voto il loro destino.
Grazie per l’accoglienza
Giovanni Dotti