Gli ultimi venti anni dell’Europa e dell’Italia, a cavallo del XX e XXI secolo,certamente non passeranno alla storia come una fase positiva ed apprezzabile. Quello che si sta combinando, è veramente disastroso. La cosa più deprimente è che nel giudizio negativo non cadranno solo gli artefici diretti del disastro, ma anche la stragrande maggioranza della popolazione, che sta subendo passivamente il processo in atto. Chi è cosciente di questo fatto non può stare più a guardare, senza far niente, in uno stato d’animo indifferente e apatico. Questo lo dico a me stesso e a tutti coloro che, in preda ad un senso di impotenza, si sono chiusi in se stessi, lasciando ai manigoldi di ogni tipo di fare il proprio comodo. Se le cose non cambieranno presto, in maniera drastica, l’Europa di questi anni passerà alla storia non come la comunità che ha costruito, ma come quella che ha distrutto la grande idea dell’Unità e l’Italia sarà ricordata come la terra che ha mortificato le grandi conquiste del Rinascimento, del Risorgimento, della Resistenza, della prima Repubblica. E’ vero che nella storia ci possono essere “corsi e ricorsi”,ma è altrettanto vero che la stessa storia ci ha fornito tutti gli insegnamenti e gli strumenti, per contrastare questo andamento. Se i nostri migliori antenati, nonni e padri sono stati capaci di uscire dal colonialismo, dall’imperialismo e dal nazi fascismo, non è accettabile che nella comunità attuale non si trovino le energie per prendere a calci nel sedere gli speculatori finanziari, i manovratori delle borse, gli ultraliberisti del mercato, gli istrioni caligoliani, che sperperano milioni e milioni di euro all’anno per palpeggiare le chiappe di qualche ragazza, i professori asserviti al potere bancario, che sanno mettere le mani solo nelle tasche di lavoratori e pensionati, i pagliacci milionari, che seminano artatamente sfiducia e qualunquismo nella società, ecc,ecc.Come si fa, in Italia, ad accettare passivamente che l’1 percento dei nababbi, composto da una ristretta cerchia di2.400 famiglie, possegga patrimoni per 1290 miliardi di euro, corrispondenti al 15 per cento dell’intera ricchezza nazionale e che il 10 per cento più benestante delle famiglie italiane ne possegga quasi il 50 per cento?Come si può accettare che il nostro Paese, all’interno dell’area Ocse, sia al terzo posto nella classifica della diseguaglianza?Come si fa a non rabbrividire di fronte ad una evasione fiscale di circa 150 milioni di euro all’anno ? Che dire della pressione fiscale del 42,6 % sui redditi di lavoratori dipendenti e pensionati, a fronte della risibile percentuale del 5,9 % di entrate fiscali provenienti da imposte sul patrimonio?Che dire delle disoccupazione giovanile e delle condizioni del Sud del Paese?Continuare nella rassegna di queste rivoltanti storture e porcherie diventa deprimente, per cui è meglio soprassedere. A questo punto sorge spontanea una domanda: cari compagni del PD ( perdonatemi se sto commettendo il reato di rivolgermi a voi ancora con l’appellativo compagno) come fate a sopportare o addirittura ad avallare un processo così devastante per la storia vostra e del nostro Paese e per la stessa democrazia? Non ritenete che sia giunto il momento di far “resuscitare” Robespierre, Lenin, Che Guevara, ecc, ecc?
Angelo Flammia