Con le dimissioni di Buzzanca, che seguono di un mese esatto quelle di Lombardo, si chiude una fase politica che, lungi dal mantenere le promesse fatte in campagna elettorale, ha evidenziato sempre più la sclerotizzazione dei partiti e delle figure politiche che ne fanno parte. Più che sulle opere, si è agito sulle "operazioni", più che verso i cittadini si è lavorato "sui" cittadini, più che sui diritti ed il bene comune ci si è attivati su favori e clientele private, nel dispregio di qualsiasi competenza e serietà. Oggi con l’ennesimo atto di opportunismo politico il Sindaco si commiata dalla città dichiarando di aver raggiunto "quasi tutti gli obiettivi prefissati nel 2008". Ma di quali obiettivi sta parlando? Di che cosa ci possiamo vantare in questa città agli ultimi posti di tutte le classifiche di qualità e del vivere civile? La verità è che, in questi quattro anni, abbiamo compiuto ancora passi indietro, oggi più che mai infatti la città sembra una "ghost town" texana, abbandonata a se stessa con nuove piccole/grandi isole di degrado che abbiamo imparato ad ignorare per non vergognarci con gli amici di fuori, i parenti in visita, noi stessi. Quindi, caro ex sindaco, non vogliamo criticare le sue dimissioni per nostalgia delle cose non fatte, dei risultati non ottenuti o della pochezza della sua giunta, di cui non sentiremo certo la mancanza; anzi, sarebbero state anche ben accette se fossero il frutto di una sincera autocritica. Per ragioni di umanità e di brevità non parleremo di quando disse che dovevamo sputargli in faccia se non si fossero realizzati gli svincoli, della questione etica sui doppi incarichi, del numero esorbitante di esperti, dello sforamento del patto di stabilità, delle inaugurazioni lampo senza autorizzazione della prefettura, della mancanza alle convocazioni del consiglio comunale, delle innumerevoli vertenze alle quali non ha dato nessuna risposta. No, la critica maggiore sta nella sua volontà di volersi riproporre all’assemblea regionale, nella sua capacità di sfruttare cinicamente gli ultimi residui di una stagione clientelare al tramonto che, promettendo posti di lavoro ha invece creato solo disoccupazione e miseria. La sua maggior colpa non è quindi quella di aver sbagliato o di aver fallito ogni traguardo, ma è quella di cercare con pervicacia oggi, un nuovo consenso, e un nuovo mandato, che se ottenuto, priverebbe a noi cittadini di Messina dell’ultima cosa che ci è rimasta, e che Lei, ci dispiace ha tradito, la nostra dignità.
M5S Messina