Si parte siciliani, si va verso le urne del 28 ottobre prossimo. Si parte però con tante perplessità e poche certezze. Si parte con la consapevolezza di non essere, noi cittadini, al centro degli interessi della politica, ma solo un male necessario per raggiungere (loro) il proprio tornaconto. Gli ultimi scontri di questi giorni tra i vari aspiranti alla carica di Governatore di Sicilia confermano che non ci sono certezze bensì parole in libertà: il diritto dei siciliani a essere bene amministrati non viene preso in considerazione nei programmi. Si parla di sesso, di droga, si consumano vecchie vendette ma della trasparenza nei Palazzi, dell’etica, della meritocrazia neppure l’ombra. Al di là degli slogan. Si confonde insomma l’autentico valore che rende grande un politico: tutelare i diritti di tutti salvaguardando il merito, l’intelligenza, il lavoro. Per il momento questo inizio di campagna elettorale ignora il cittadino: liste truffa, liste bloccate, liste agevolate, listini e listoni. Tutto e solo per il potere ma non si dovrebbe agire per il bene sociale? Si candida chiunque sia utile alla causa (loro) fregandosene di pudore, decenza, onestà, intelligenza. Persino Riina Salvatore se fosse stato a piede libero e non in carcere – grazie agli uomini di Ultimo, di Mario Mori – rischierebbe di vedersi relegato in qualche listino: vuoi mettere il suo "potere" mediatico (!) in quel di Corleone? Una pioggia di consensi farebbe ingoiare il rospo anche al più battagliero dei paladini dell’antimafia da salotto, come hanno dimostrato gli ultimi anni della politica siciliana: bah! Stupisce constatare come tanti siciliani ancora non percepiscono la violenza quotidianamente esercitata dalla classe politica, in condizione di avvalersi tanto della retorica di sinistra sulla solidarietà come della retorica di destra sull’unità nazionale. E tutto questo al fine di continuare a dominare e sfruttare i cittadini che lavorano, che cercano il risparmio, che si associano e collaborano al fine di non vedere scomparire il futuro per i propri figli. Basta rileggere le ultime dichiarazioni dei candidati alla presidenza della regione per cadere nello sconforto: Fava, Crocetta, Miccichè, Musumeci, cambiate passo. Rimodulate i temi, ascoltate (sul serio) i siciliani. Eliminate dalle vostre liste quei volti impresentabili per far chiarezza sulle cose. La politica che piace agli ultimi è la libertà che non accetta alcuna imposizione né alcun limite. Però spesso voi tutti avete, chi di più, chi di meno, abusato della credulità popolare con gli slogan antimafia, con la battaglia sociale, giustificando a secondo i casi opere e missioni. E’ universalmente noto che solo quando sono molto sconvenienti le emozioni sono saporite. E soprattutto, le risultanze di esse sono dilettevoli e ricreative, no? C’è chi resiste e non se ne pente, c’è chi non resiste e prima o poi se ne pente. Il caso Raffaele Lombardo è sotto gli occhi dei siciliani: buono, non buono, affidabile, inaffidabile. Etico, puro, indagato per reati gravi. Coccolato da destra e sinistra, persino da un pezzo di magistratura e da quella antimafia da salotto che un tempo, per gli avversari, urlava alle dimissioni al primo colpo di tosse… i tempi cambiano, le poltrone seducono. Basta non indignarsi se per libertà di informazione si prova a far ragionare i cittadini. Valori e disvalori non sono come la frutta al mercato: tanto al chilo…