Il fattore C. ha incassato l’endorsement del fattore M. ma non ha fatto i conti col fattore G. “Insieme si può andare lontano”, recita uno degli inni del Partito democratico, ma forse per andarci Antonello Cracolici, presidente del gruppo PD all’Assemblea siciliana ha bisogno di richiamare sull’attenti (sic) e all’ordine (sic al quadrato) il candidato alla presidenza della Regione del suo partito Rosario Crocetta che si è inimicato il fronte cattolico dell’elettorato con le sue ultime uscite sul fattore G, inteso come fattore Gay. Tutto questo proprio mentre Nello Musumeci, l’avversario più pericoloso per Crocetta arriva a toccare punte interessanti nei vari sondaggi nonostante la crisi del Pdl. Che forse, a sua volta, dovrebbe invitare i suoi candidati a studiare di più per evitare gaffe più o meno volute e sbandierare intenzioni di non-voto destinate a lacerare le piaghe di quel vasto fronte che, a circa un mese e mezzo dalla elezioni, ancora non sa che partiti pigliare. "Mi piacerebbe che in questo momento la stampa raccontasse la campagna elettorale siciliana attraverso le proposte dei diversi candidati rispetto ai problemi veri della Sicilia. Invece, troppo spesso, si continua a focalizzare l’attenzione sul gossip: scaramucce, vita privata e retroscena (o presunti tali) che alimentano sfiducia e confusione". Questo l’appello che Cracolici rivolge attraverso il suo blog www.antonellocracolici.it agli organi di informazione. I mezzi di informazione – prosegue Cracolici – hanno una importante responsabilità: devono far conoscere alla gente i programmi, devono far sapere in che modo i candidati intendono affrontare la crisi e i problemi dei siciliani. Il gossip, per favore, lasciamolo da parte". Come dire: politici oggetto a chi? E così mentre la politica impazza nel gossip le colpe son sempre dei giornalisti. Come se le esternazioni di Crocetta, di Miccichè sul sesso sono cucina nostra e non loro. Riaffiorano antiquati ricordi di antiquati stanchi stereotipati (e per fortuna lontani) dibattiti sulla “idoneità” degli omosessuali all’insegnamento. Ed emerge anche una domanda: le “case di piacere” rientrano nel programma di Miccichè e fra le priorità del rilancio della Sicilia? C’è solo una sicurezza: i cittadini per questa politica hanno bisogno di andare a puttane in modo legalizzato. E con quali puttane, di grazia? Esportate dalla madrepatria o arruolate direttamente in terra straniera? La Sicilia al voto, grande libertà ma anche grande ipocrisia: "tutti insieme per la buona politica"! Ecco, se questo è il quadro ci sembra davvero impossibile cercare di prevedere che cosa accadrà dopo. Ma non diamo al sesso tutte le colpe.