
Sconcertante il fatto che non sia bastato nemmeno l’esposto presentato in Procura il 31 ottobre 2011 dal consigliere della terza Circoscrizione Libero Gioveni a scuotere i soggetti istituzionali che sarebbero dovuti intervenire per rimuovere la grossa frana che insiste da 3 anni e mezzo nella via Portone Militare, l’importante strada di collegamento fra i villaggi di Camaro e Bordonaro!
Adesso la situazione viaria e infrastrutturale è peggiorata a tal punto che il tratto di strada interessato si è praticamente trasformato nei più classici ed inguardabili “campi da guerra”, con quei pochi centimetri di carreggiata utilizzata per il libero transito sempre più devastata e corredata al suo intorno da impressionanti discariche di materiale di ogni genere!
Insomma, degrado, pericolo e abbandono la fanno sempre più da padrone nella totale indifferenza delle istituzioni!
Si chiede sconsolato Gioveni:
• Cosa bisogna aspettarsi adesso che siamo alle porte di una nuova stagione invernale?
• A quale “santo” devono appellarsi gli ormai rassegnati residenti dei due villaggi per far tornare fruibile e soprattutto indenne da pericoli la preziosa arteria?
Non ci sono veramente parole – prosegue il consigliere – per descrivere l’orrendo e “spettrale” stato dei luoghi della via Portone Militare che, a quasi 1 anno dal mio esposto è andata ancor più peggiorando anche per la minacciosa presenza di altri piccoli smottamenti e pericoli vari lungo tutta l’arteria, sulle cui condizioni di sicurezza né Comune, né Provincia, né Genio Militare (tutti presunti proprietari della strada) sono mai intervenuti!
Se poi a tutto questo si aggiungono, oltre ai veri e propri “crateri” sulla sede stradale, anche le gigantesche discariche abusive che abbondano sempre di più nel pericoloso tratto in curva limitrofo alla frana principale completando il già desolante quadro di questa “terra di nessuno”, la “frittata” è fatta!
Gioveni, pur continuando a riporre piena fiducia nel lavoro della Magistratura, fa adesso appello al Prefetto Alecci affinché, nell’importante veste di garante dell’ordine pubblico e della sicurezza, possa autorevolmente intervenire nell’incresciosa vicenda stimolando tutti i soggetti preposti ad avviare l’iter per la messa in sicurezza di questa porzione di territorio desolatamente abbandonata.
Non esclude, inoltre, di promuovere una sorta di “class action” (azione legale collettiva), attraverso cui richiedere un’azione risarcitoria per i cittadini che vorranno agire contro i responsabili di questo inqualificabile prototipo di abbandono, negligenza e degrado perpetrato nei confronti del territorio e della collettività.