La Sicilia che tiene a cuore la dignità non è… Amata

Mentre entra nel vivo la campagna elettorale per le Regionali, Messina si prepara a vivere il commissariamento: è l’ora dell’ex procuratore Luigi Croce che guiderà il Comune per le dimissioni del sindaco Peppino Buzzanca. A Palazzo Zanca, però, c’è chi trema per la nomina: il giudice Croce è persona troppo rispettoso delle regole per nascondere certe vicende politico – amministrative e sono certissimo che una volta preso possesso della stanza e letto le carte, trasmetterà molti documenti alla Procura diretta dal collega Guido Lo Forte. Ma ragioniamo di politica. Le Regionali del 28 ottobre ci diranno cosa dovremmo attenderci in vista delle Amministrative del prossimo anno: non credo che la Sicilia possa ripartire da Amata, come suggerisce un cartellone pubblicitario, perché la Sicilia che tiene a cuore la dignità non è… Amata. Insomma, il programma è così triste che viene da ridere. Il messinese, per il momento, paga salatissimo quello che la politica mette sul tavolo: raccolta dei rifiuti, azienda trasporti, verde cittadino, servizi sociali. A opporsi è solo una minoranza della comunità, subito accusata di essere accecata dall’ideologia perché chiede (giustamente) di avere strade pulite e non odorate di piscio, autobus puntuali e robusti, alberi che rispondano a requisiti minimi d’ambiente e non la jungla. Mi piacerebbe dimostrare che è colpa nostra e non dei vari amministratori pubblici che in questi anni hanno gestito la città e che oggi – senza vergogna – si presentano ai nastri di partenza per un posto da deputato. Però mi viene difficile essere indulgente con la classe politica: è talmente bugiarda nelle cose ovvie che non oso immaginare cosa sia in grado di architettare in quelle strettamente private. Certo, ci vuole una certa genialità per confezionare programmi come “Liste pulite” se poi si fanno candidare personaggi che di pulito hanno ben poco, forse neppure l’intimo che presumo indossino. Bene, come si fa a conquistare la meritocrazia, la legalità, la buona politica se a crederci non sono neppure i Partiti che si professano puliti, seri ed etici? Ormai, quando una coalizione invita a votare per un “galeotto” o qualcuno accusato di reati gravi, significa che non sa dove parare, che non ha altre idee. Che comunque la pensiate, non ha cuore l’onestà, ma solo l’affare, l’imbroglio, lo scambio di favori, il bunga bunga. La Sicilia, la provincia di Messina sono a rischio contagio perché la politica non si nutre di onestà ma di truffatori. Da questi professionisti dell’imbroglio è difficile aspettarsi buoni risultati anche per via dello sforzo che richiede gestire tanti intrallazzi. Il vantaggio di votarli, sperando di essere bene amministrati, me lo dovete spiegare.