La sovrapposizione tra la carta della suscettibilità edificatoria e le zone edificabili, ha evidenziato parti di territorio caratterizzati da un tessuto urbanistico disomogeneo, che non può essere catalogato un un’unica destinazione urbanistica, così come viene previsto nella delibera denominata “salva colline”, che stabilisce per tali aree un’unica destinazione urbanistica E1 agricola, il cui indice di edificabilità è di mc 0.03 per ogni metro quadrato di superficie, a cui va aggiunto un ulteriore superficie da destinare alla conduzione del fondo pari all’1% del terreno.
L’emendamento, di cui lo scrivente è il primo firmatario, condiviso da tutto il gruppo UDC, respinto dall’Aula per astensione, solo un collega a dato parere contrario, prevedeva che in tutte le aree dove è reale il rischio di dissesto idrogeologico, si applicasse l’abbattimento totale della volumetria, classificandole con destinazione E2 verde ambientale.
Nel chiarire che in zona E2 Verde Ambientale è consentito eseguire opere di ristrutturazione, di demolizione e ricostruzione di vetusti fabbricati, giusto parere repertoriato del Dip.to Edilizia Privata e che possono essere svolte tutte le attività agricole, l’emendamento scaturisce da alcune considerazioni. La realizzazione di fabbricati rurali sparsi sulle aree a rischio, senza uno studio del territorio relativo alla vocazione urbanistica, precluderebbe la possibilità a chi dovrà redigere il nuovo P.R.G., che sarebbe la panacea di tutti i mali, qualora redatto nel rispetto del territorio, di operare scelte urbanistiche in un ambiente scevro da insediamenti volumetrici, siano essi residenziali o rurali. Consentire la realizzazione di insediamenti agricoli, che necessitano di estese viabilità all’interno del fondo, che sfuggono al controllo del Consiglio Comunale, per effetto del rilascio delle Concessione Edilizie dirette da parte del Dip.to Edilizia Privata, senza una fase di studio del territorio, ma solo sul presupposto della scarsa suscettibilità edificatoria, produrrebbe effetti che oltre all’inutile e dannoso consumo del territorio, risulterebbero in contrasto con le reali caratteristiche delle aree in oggetto, con danni ambientali notevoli, vedi fabbricati rurali sulle montagne di sabbia lungo la Panoramica dello Stretto.
Mi è sembrato logico presentare l’emendamento, al fine di salvaguardare le colline ancora non devastate, rinviando le scelte urbanistiche a più approfondite indagini e una più aggiornata carta rischi dissesti idrogeologici, essendo quella a cui si riferisce la sovrapposizione redatta in data antecedente al 1998 (prima del vigente strumento urbanistico), per meglio individuare le destinazioni urbanistiche più idonee, trattandosi di aree disomogenee , che non possono avere la stessa destinazione urbanistica. La stessa delibera proponeva l’abbattimento TOTALE o parziale degli indici edificatori, anche se nel corpo della stessa, non veniva trattato l’abbattimento totale, che lo scrivente ritiene più giusto per i motivi sopra esposti. L’amarezza non è dovuta alla bocciatura dell’emendamento, ma alla consapevolezza, che dopo l’approvazione della delibera “salva colline?”, saremo costretti ad approvare delibere di lottizzazione muniti di tutti i parere favorevoli, propedeutici alla realizzazione delle opere previste nei piani, anche in zone ad alto rischio idrogeologico, prime fra tutte le due delibere di lottizzazione in zona S. Licandro, all’ordine del giorno del Consiglio Comunale.
Il Consigliere Comunale
Domenico Guerrera