Scandali regionali

Egregio Direttore.

come mai nessun politico di qualsiasi partito ha preso in considerazione le vere cause di quanto è accaduto nella Regione Lazio e sta accadendo in altre Regioni? Molti di essi li abbiamo visti scandalizzarsi e condannare l’operato dei consiglieri che hanno sperperato soldi pubblici, ma poi chiudere il discorso semplicemente dicendo che chi ha sbagliato verrà espulso dal partito e verrà punito dalla Giustizia (con quali tempi… ultrarapidi! tutti sappiamo). Scarsa consolazione poi se consideriamo che la maggior parte degli abusi non verranno perseguiti perché molti di quei prelievi erano e sono giustificati da leggi regionali (da loro stessi proposte e approvate!). Quindi il fatto abnorme non è soltanto lo sperpero ad uso privato di danaro pubblico, ma l’esistenza di assurde leggi regionali che hanno elevato a dismisura le disponibilità finanziarie per gli emolumenti e le spese correnti (sic!) dei consiglieri. E’ possibile che i Presidenti di Regione, i Parlamentari, i Segretari dei partiti ed i Dirigenti sindacali non ne sapessero nulla? Esaminiamo intanto le cause di questi vergognosi comportamenti.
Il tutto è scaturito dall’autonomia (eccessiva) che la Costituzione ha previsto per le Regioni, col grave errore di non aver posto dei limiti per talune spese, ad esempio quelle per remunerazioni, indennità e rimborsi vari dei consiglieri e di tutto l’apparato politico e burocratico delle Regioni.
Tutti ne hanno spudoratamente approfittato varando statuti, leggi e regolamenti “ad usum Delphini”, cioè a proprio uso e consumo, ignorando qualsiasi regola di moralità pubblica, di risparmio e di buona creanza, e tutti, salvo poche eccezioni, hanno votato a favore di tali provvedimenti.
Avete notato l’enorme numero di scandali (per corruzione, concussione, collusione, peculato, interesse privato in atti pubblici, malversazione e abusi di ogni genere) che sono avvenuti in tantissimi Enti Locali dagli anni ’80 in poi? Perché con l’istituzione delle Regioni venne abolito il controllo di legittimità e di merito che la Giunta Provinciale Amministrativa esercitava su tutti gli atti degli Enti Locali ?
PER RADDRIZZARE LA BARACCA OCCORREREBBE:
a) – rivedere e correggere con legge costituzionale alcuni articoli del titolo V della Costituzione,
ponendo delle limitazioni alle discrezionalità regionali per determinati capitoli di spesa;
b) – modificare gli Statuti regionali al fine di un controllo più incisivo per alcuni tipi di spesa
delle Regioni, sottoponendoli al vaglio della Corte dei Conti o dei Commissari di Governo
(Prefetti dei capoluoghi di Regione) anziché dei Comitati Regionali di Controllo (CO.RE.CO.)
che sono di estrazione politica;
c) – ripristinare il controllo dello Stato sulle delibere degli Enti Locali e delle Società partecipate
(soprattutto per quanto riguarda i bilanci ed i capitoli di spesa) con la ricostituzione delle
soppresse Giunte Provinciali Amministrative (composte da esperti delle varie materie)
presiedute dai Prefetti;
d) – abolire le province autonome e le ragioni a statuto speciale;
e) – abolire le pensioni ai consiglieri regionali alla fine del mandato, con accantonamento dei
contributi da ricongiungere ad eventuali altri contributi lavorativi per il pensionamento all’età
di 65° anni, come per ogni altro Cittadino della Repubblica;
d) – prevedere dei meccanismi partecipativi popolari (es. mini referendum locali) per consentire ai
Cittadini di intervenire attivamente nelle decisioni più importanti.
Altrimenti non ci salviamo più.

Martino Pirone e Giovanni Dotti

P.S.: Una esortazione ai lettori! Fatevi sentire