Non è il caso di cadere dal pero come fa giustamente notare la Cgil di Messina, ma la battuta può essere rivelatrice dello stato folcloristico della politica messinese. Il bluff è stato smascherato. La fuffa prodotta dalla gestione della città da parte di Peppino Buzzanca è sotto gli occhi di tutti. Non è il caso di mantenerlo in sella, non è il caso di votarlo alle prossime Regionali. Buzzanca ha fallito, Buzzanca ha preso in giro i cittadini. Ma non è l’unico colpevole. Nelle stanze dei bottoni come nei piccoli consigli della società miste, la disputa tra maggioranza e opposizione sembra più la danza della taranta che un dialogo politico tra schieramenti opposti. Taranta perché? Perché giorno dopo giorno la dicotomia destra-sinistra sembra più una corsa a non farsi mordere dai ragni velenosi piuttosto che un dibattito tra proposte concrete per fare politica. Sempre più spesso, in questo saltellare frenetico, capita di scivolare nella sponda opposta, ritrovandosi prima a sinistra e poi a destra, prima a destra e poi al centro: vogliamo parlare dell’avvocato Marcello Scurria? Vogliamo riguardare il percorso del “censore” Ciccio Curcio? La grande confusione ha generato niente di meglio delle bollicine alla faccia dei messinesi. Eppure quanto sono stati bravi Scurria e Curcio l’altro ieri nei panni degli anti – Buzzanca…Ma non vedo oggi qualcuno che li mette alla porta, anzi…la generazione che si affaccia alla politica, infatti, compresi molti giovani ambiziosi del Pd (rottamatori) è imbevuta da questa cultura tout – court. Questo perché la rottamazione del Sistema ha un nemico vero nei rottamatori da bar. A 27 giorni dal voto siciliano nulla può oggi annoiare dei mestieranti senza vergogna. Il crac del Comune è frutto di scelte errate. Il buco nei Bilanci è la conseguenza di incarichi regalati a professionisti diversamente capaci. E oggi nessuno o quasi chiede le azioni di responsabilità verso chi ha prodotto Fuffa! Non emerge dalla discussione la questione della necessità in questo luogo scartato dalla Politica di cambiare uomini e progetti. E non può essere solo il frutto di mancanza di spazio ai giovani. C’è mancanza di onestà, merito, intelligenza. Non ci sono valori ma abbuffate. Critichiamo i rottama tori non per un fatto personale, figurarsi chissenefrega se sono in tutte le feste più cult di Messina, li critichiamo perché nemmeno le nuove leve sono in grado di svecchiare il modo di intendere la P.A., dalle vecchie dinamiche della politica corrotta e corruttibile, il sistema di governo più puzzolente che ci sia. Un’altra sensazione è che spesso le proposte dell’opposizione, soggetta alla stessa logica del "così fan tutti", siano molto più deboli delle argomentazioni che spesso vengono usate per ottenere consensi, ossia, il puro e semplice denigrare Francantonio Genovese. Attaccare il nemico per sembrare più forti non fa della politica della sinistra un cavallo di battaglia onorevole, e sicuramente il grosso vuoto politico che si è creato in questi anni non fa altro che dare forza e consensi allo spiritoso e compiaciuto Peppino Buzzanca. Allora spero che la sinistra, quella che verrà, se ancora ci sarà, abbia la forza di uscire dalla sua zona di comfort, tranquilla e appagante dove con qualche soldo in più è possibile farsi comprare, per provare strade nuove, fatte possibilmente di coesione, azione concreta e contrastiva, e anche di rappresentanza. Chissà se il senso di responsabilità verso una comunità povera e disperata sia più forte del “tengo famiglia” che sembra prevalere ultimante sotto Buzzanca. A Messina ci sono problemi più seri dello sfoggiare l’ultima conquista al bar, ci sembra.