Messina & Crac Buzzanca: Il collasso, la propaganda, le responsabilità

Lillo Oceano, segretario generale della Cgil di Messina, in una nota di suo pugno, critica duramente l’operato dell’amministrazione uscente di Messina, invita a individuare errori e responsabilità e a supportare il commissario Croce nel difficile compito deve affrontare.

“La condizione di collasso finanziario e organizzativo del Comune di Messina è ormai divenuta una certezza pubblica. Le difficoltà nei pagamenti e nel trasferimento delle risorse rende ormai quasi impossibile il pagamento degli stipendi dei dipendenti diretti – a tempo indeterminato e precari – e di quelli di partecipate e aziende e cooperative che garantiscono funzioni essenziali come trasporto pubblico, igiene cittadina e servizi sociali. Sempre più spesso mancano i soldi anche per garantire l’operatività di mezzi e attrezzature, per acquistare carburante, pagare l’assicurazione degli automezzi, assicurarne l’ordinaria manutenzione. Difficoltà significative si incontrano anche nel pagamento dei fornitori che assicurano gli approvvigionamenti necessari al funzionamento quotidiano degli uffici comunali – scrive Oceano-. Questa condizione si era già presentata nei mesi scorsi, ma agli allarmi lanciati ed alle critiche avanzate la precedente amministrazione rispondeva che si trattava solo di una crisi di liquidità, di responsabilità dei governi nazionale o regionale, di chi c’era prima o altro. E che comunque il bilancio del comune era strutturalmente risanato dall’azione amministrativa condotta, che le bisognava stare tranquilli e che chi criticava era disfattista, populista, demagogo.
Oggi, che a gestire l’Ente è preposto da pochi giorni un Commissario del prestigio e con l’autorevolezza del dott. Luigi Croce, viene fuori la condizione reale del comune: “la barca fa acqua da tutte le parti e rischia di affondare”.
Diventa chiaro a tutti che propaganda, populismo e demagogia non erano gli strumenti di chi lanciava allarmi, ma al contrario di chi irresponsabilmente dichiarava che i conti erano a posto. Propaganda di chi raccontava una condizione differente dalla realtà, di chi non assumeva le scelte fondamentali per correggere i conti dell’Ente.
Anticipazioni e spese improprie, mancate riscossioni di tributi per decine di milioni di euro, il fallimento del piano di dismissioni immobiliari come dimostra la mancata vendita o anche la stessa operazione conclusa per i magazzini generali, dove a fronte di un bene iscritto in bilancio per quasi 5 milioni di euro, il Comune ricava soltanto 489 mila euro ed una permuta che appare inadeguata rispetto al pregio dell’area ceduta, lo sforamento consapevole e deliberato del patto di stabilità, una conduzione scellerata delle società partecipate le cui condizioni negli ultimi quattro anni sono drammaticamente peggiorate.
All’ATM si sono avvicendati commissari nominati dal Sindaco, non è stato adottato alcun provvedimento di riorganizzazione, di trasformazione, di risanamenti. Negli ultimi mesi, con una scelta profondamente sbagliata, si è deciso di liquidare l’azienda prima di costituire il nuovo soggetto preposto al trasporto pubblico locale. Per la Messinambiente si è peggiorata la condizione finanziaria anche consentendo un rapporto conflittuale e incongruenze di bilancio con l’altra partecipata ATO 3; Il bilancio della Messinambiente 2007 era in pareggio, l’ultimo bilancio è stato chiuso in passivo per diverse decine di milioni di euro. Anche qui si è deciso la messa in liquidazione della società. Il risultato è che con la messa in liquidazione non si può accedere al credito e che i fornitori, per tutelare legittimamente i propri crediti, aggrediscono i trasferimenti peggiorando notevolmente la condizione di liquidità. Ed oggi Messina rischia il collasso definitivo dell’ATM e strade invase dai rifiuti.
Non si è adeguata la macchina organizzativa del comune per risolvere le gravi insufficienze nella riscossione dei tributi e nella capacità di intercettare le risorse derivanti dai fondi comunitari.
Se è innegabile la difficoltà derivante della situazione economica internazionale ed i provvedimenti del Governo hanno ridotto le risorse per trasferimenti, è ancor più certo che vi sono responsabilità precise di chi ha gestito il Comune di Messina per le spese effettuate, per i tributi non riscossi, per il dissesto finanziario, per il dramma che stanno vivendo migliaia di lavoratrici e lavoratori che non prendono lo stipendio, per centinaia di ditte che non si vedono pagare le fatture, per una città che dipende in misura significativa dal funzionamento e dai pagamenti dell’Ente locale.
Il compito che deve affrontare il Dott. Croce è difficilissimo e per questo va supportato e sostenuto: tamponare le falle e riportare in rotta una barca che era alla deriva. Per farlo occorre che tutti recuperino il senso delle Istituzioni ed il primato del bene comune. Ci sono ancora troppi che vorrebbero continuare a piegare le logiche al proprio tornaconto. Occorre risanare, garantendo i pagamenti di stipendi e fornitori, facendo pagare le tasse a chi le evade, recuperando la logica della programmazione e della progettazione per affermare l’interesse collettivo e non quello di pochi noti, la vocazione produttiva e non la rendita immobiliare, riducendo le rendite di posizione, affermando trasparenza, confronto, partecipazione.
Il commissario Croce può iniziare quest’opera, ma toccherà ad altri completarla se vogliamo realmente salvare la nostra città.
Per farlo, però, – conclude il segretario generale della Cgil di Messina- occorre individuare gli errori e le responsabilità. Perché se si vuol costruire una occasione di riscatto non si può dire che sono tutti colpevoli, che siamo tutti uguali, tutti responsabili sullo stesso piano, perché mai come oggi è evidente che chi ha avuto ruoli amministrativi ha responsabilità specifiche.