La campagna elettorale in Sicilia procede tra impegno, slogan, accordi tra ex avversari politici e di corrente: c’è una gran voglia di accordo pur di non lasciare il potere. A Messina, per esempio, nel Pdl si registra il patto tra Giuseppe Buzzanca e Roberto Corona: sì, quello costretto a mettersi da parte per le note vicende giudiziarie che lo hanno visto persino arrestato dalla Procura di Roma. Buzzanca, pur di vincere la sfida interna con Nino Germanà, non si è fatto scrupolo di allearsi con il “non idoneo” Corona: in cambio di che? E’ questa la medicina con cui il partito del Cavaliere intende bonificare la politica? Se uno è ritenuto candidabile può rientrare nella partita dalla porta di servizio? Purtroppo la classe politica che ha governato la Sicilia, e a cascata Messina, non è nuova a certe manovre che prendono per i fondelli i cittadini. Questo perché molte persone per bisogno, ignoranza, sete di potere hanno da tempo rinunciato all’essere in favore dell’avere, del possesso, del consumo che diventavano i valori di riferimento di una politica completamente orientata al saccheggio e al denaro. È evidente che una politica che ispira i propri comportamenti a valori esclusivamente materiali finisce col considerare gli ideali, e spesso anche le idee, come inutili orpelli, intralci dai quali liberarsi appena possibile. Da qui nascono slogan del tipo INSIEME PER UNA BUONA POLITICA! I disastri prodotti da questa BUONA POLITICA sono evidenti: strade impraticabili, spazzatura che non viene raccolta ma al tempo stesso costa ai cittadini quel che costa, servizi sociali scadenti ecc… Così le nostre città – Messina è l’esempio più evidente – tendono a ridursi alla sfera del privato, a rinchiudersi nella direzione del puro e semplice consumo nel quale si esaurisce ogni proiezione personale, ogni aspirazione culturale. Scandali, inciuci, voto di scambio, porcherie amministrative. Consumare e consumarsi in una politica invasa dalle merci, dalle offerte ammiccanti, da una pubblicità sempre più maliziosa e subdola sembra essere diventata la nostra unica prospettiva. Nel Pdl versione Buzzanca – Corona è cosa ovvia mettere da parte il merito, l’intelligenza, la trasparenza nelle nomine. In questi anni in cui ci siamo occupati di loro abbiamo certificato quantità incredibili di cose inutili, usate e poi messe da parte alla rinfusa e sostituite con altre nella rincorsa continua della novità, dell’ultimo grido, dell’ultimo modello. La politica sana è altra roba, certamente non è assolutamente questa. Al Comune sotto il dominio di Buzzanca il superfluo è diventato il tutto e nello stesso tempo tutto è diventato superfluo. La cultura della buona politica non è un’utopia, esiste e si perpetua attraverso tanti piccoli atti quotidiani che occorre apprezzare e valorizzare. Dovrebbero contare i fatti per dirsi degni di essere promossi amministratori, deputati, senatori, ma ancora oggi, sotto la luce dei blog, i mentitori continuano a raccontare frottole: opere pubbliche, verde cittadino, risanamento di Messina, salvaguardia dell’ambiente, tutela del territorio. Ma pensano davvero che i messinesi sono così cretini, servi, passateci il termine “coglioni”? La generosità in politica come nella quotidianità, spesso non insegue il clamore, opera in silenzio, quasi con pudore. Quel pudore che deriva dalla consapevolezza di non essere in sintonia col pensare generale. Forse dovremmo imparare, tutti, a volere più bene a noi stessi e a liberarci dai vincoli e dai pesi che la politica diversamente buona ci impone, recuperando la nostra soggettività e la nostra libertà di pensiero, solo così potremo finalmente ottenere dalla politica il bene per tutti e nessuno potrà più farci brutti scherzi con accordi poco chiari tra candidati. Lo scacco matto alla cattiva politica parte dal voto libero: cerchiamo di non dimenticarlo.