Egregio Direttore,
mi sia permesso ribattere brevemente alla lettera (n.131/10 di Varese News) del Sig. Hans Peter Orlini che lamenta il fatto che politici e giornalisti mentre chiedono l’abolizione delle Province non chiedono anche l’abolizione delle Prefetture. Rispondo che è giusto e logico che sia così perché quelle persone conoscono la Storia, la Costituzione, il Federalismo ed il Diritto Amministrativo.
Per quanto si riferisce all’asserzione di Luigi Einaudi (che con lo peseudomino di Junius, esule antifascista, scrisse il 17 luglio 1944 sulla Gazzetta Ticinese: “Non c’è democrazia fin che ci sono i Prefetti”) si deve tener presente che essa venne fatta in anni in cui detti Funzionari del Ministero dell’Interno, a differenza di oggi che siamo in regime democratico, erano sotto il ferreo controllo di un Governo autoritario e dispotico come quello fascista. Erano così bravi ed affidabili che perfino Mussolini preferì servirsi dei Prefetti di Giolitti piuttosto che dei Federali del partito fascista (vedi anche il caso del Prefetto Cesare Mori mandato in Sicilia per combattere la mafia). Negli ultimi decenni, soprattutto dopo la creazione delle Regioni (1970), alle Prefetture è stata sottratta buona parte dei loro precedenti poteri. E fors’anche per questo molti pensano che in una Italia decentrata e tendenzialmente federalista le Prefetture siano inutili se non addirittura dannose. Invece proprio il federalismo (regionalismo) esige la loro presenza. Non vi è Stato federale in cui il potere centrale e i poteri locali non siano continuamente impegnati in scontri e divergenze sulle rispettive funzioni e competenze. I Prefetti costituiscono al tempo stesso una indispensabile antenna per il governo e, grazie alla loro conoscenza delle realtà locali, la migliore mediazione possibile. Il fatto che di loro si parli poco è la conferma che fanno un buon lavoro. (Per un curioso paradosso l’Italia è ormai il paese in cui la persona di cui non si parla è molto spesso quella che svolge più seriamente il proprio lavoro). Costituiscono inoltre un efficiente presidio sul territorio (attraverso le Questure) a salvaguardia della sicurezza dei Cittadini e del controllo dell’ordine pubblico.
Il Sig. Orlini, a causa della sua ancor giovane età ed anche se è stato assessore provinciale, forse non è al corrente di come andavano le cose prima del 1970 quando esisteva il controllo “di legittimità e di merito” sugli atti degli Enti Locali (Comuni, Province e altri) esercitato da parte della Prefettura tramite la Giunta Provinciale Amministrativa, temutissimo organo (“apolitico”) che respingeva al mittente gli atti ritenuti illegittimi, con riferimento anche alla opportunità della spesa (Vedi anche lettera n.72/10 su VARESE NEWS a firma del sottoscritto e dell’amico dr. G. Dotti, lettera che sarà probabilmente sfuggita al Sig. Orlini).
http://www3.varesenews.it/comunita/lettere_al_direttore/articolo.php?id=244820
Semmai, alla luce dei recenti scandali in diverse Regioni ed Enti Locali in varie parti d’Italia (per gran parte attribuibili alla mancanza di controlli da parte di Organi Superiori dello Stato), sarebbe necessario riattribuire alle Prefetture, ed anzi ampliare, quelle funzioni di controllo che sono state loro tolte all’atto della costituzione delle Regioni, soprattutto in materia di spesa (per retribuzioni, rimborsi spese, investimenti e quant’altro).
Un’ultima considerazione riferita a un recente fatto di cronaca: se a Reggio Calabria non ci fosse stato il Prefetto (che ha riferito al Ministero dell’Interno sulle infiltrazioni mafiose) probabilmente quella Amministrazione Comunale non sarebbe stata sciolta, così come anche per tanti altri Comuni di alcune Regioni meridionali caduti in mano alle mafie.
Spero di aver chiarito un poco le idee al Sig. Orlini ed a quanti altri ritenessero che le Prefetture siano enti inutili da abolire. Perché se non ci fossero, bisognerebbe inventarle.
Grazie dell’attenzione
Martino PIRONE