Il segretario generale della Cgil di Messina, Lillo Oceano, interviene sulla bocciatura da parte del Consiglio comunale del Bilancio consuntivo 2011.
“Il Consiglio Comunale – scrive Oceano-, con la bocciatura del consuntivo 2011, ha sancito il fallimento della gestione finanziaria e politica del Comune di Messina da parte giunta Buzzanca. Con la manifestazione di voto contrario si è espresso un giudizio grave e definitivo sui risultati amministrativi e politici. Le preoccupazioni, le sollecitazioni e le denunce che come CGIL abbiamo avanzato in questi anni su scelte e provvedimenti che riguardavano i bilanci nelle politiche delle entrate e della lotta all’evasione e in quelle dei costi per sprechi e privilegi, la gestione delle partecipate – ATO, ATM e Messinambiente -, le vertenze dei servizi sociali, il funzionamento dei servizi pubblici, del welfare, dei servizi scolastici e per l’infanzia, l’assenza di provvedimenti per sostenere aziende e famiglie colpite dalla crisi, la manutenzione delle strade, del verde e delle aree pubbliche e delle tante troppe vertenze del lavoro che non hanno mai trovato ascolto, erano evidentemente fondate. La circostanza che l’Amministrazione non si confrontasse con la città, dalle parti sociali all’associazionismo alle forze politiche, era il sintomo evidente di incapacità amministrativa e, al tempo stesso, della volontà di perseguire soltanto una spasmodica ricerca del proprio tornaconto. Con il voto di oggi il Consiglio Comunale sancisce, sia pure con manifestazione postuma, la correttezza di quell’analisi e spiega a tutti i cittadini che, in questi anni, l’amministrazione ha raccontato versioni diverse dalla realtà delle cose, che gli obiettivi politici sono stati clamorosamente mancati, che non si è privilegiato il bene di Messina per oggi e per il futuro ma si è pensato soltanto ai destini politici di qualcuno. Al Commissario, che dovrà occuparsi anche di questa “pratica consuntivo 2011”, torniamo a chiedere di procedere ad una operazione verità per spiegare a tutti noi non solo che la barca sta affondando ma anche chi, invece di tappare le falle, ha contribuito ad allargarle”.