Franco Rinaldi, più fierezza di essere siciliani

Franco Rinaldi a tu per tu con IMG Press. Questa sì che è una notizia: il cognato di Francantonio Genovese che espia la colpa, si ricandida per far tornare libera… la Sicilia. Il foglio elettronico non è un porto franco: il diritto di essere informati è garantito a tutti i nostri lettori. Ed è giusto che anche ai tifosi di Rinaldi sia garantito il verbo divenuto carne: nessuno si scandalizzi per questo. Anche perché Rinaldi è persona seria: rispetta il nostro modo di essere "pirati" così come noi rispettiamo il suo essere "democristiano". Ah, già, dimenticavamo la spruzzata di ironia obbligatoria che non guasta mai quando si parla di politici. Ma è di politica che il nostro eroe vuole parlare: il rinnovamento, la crisi dei valori, la crisi dei partiti – dietro cui incombe il vuoto politico – non una minaccia precisa, ma certamente la minaccia di un’ avventura…. che rischia di portare in sella molti signor nessuno: sicuri che il voto domenica sia da dare a tutti i candidati? Certamente no. Certamente non a tutti. Ecco perché siamo curiosi di conoscere la verità di Rinaldi, un politico sul quale è stato scritto molto meno di quel che merita. Franco è sposato con Elena e dal loro matrimonio sono nate due splendide ragazze: Giulia e Mariachiara. Analizzando l’aspetto politico potremmo dire di lui che tuttavia al gioco di squadra crede ancora, come alle bandiere, tutti i loro strumenti di pensiero, che difendono a loro volta le Istituzioni. Mentre altri hanno paura, paura per se stessi, il proprio potere, il proprio futuro. Interessi, passioni, sentimenti e istinto di sopravvivenza…: non è questa la politica di una volta? C’è anche questo. Ma c’è anche altro: l’antipolitica che rottama tutto e tutti, compresi i valori e le idee. Ed è spiegabile che qualcuno pensi anche a se stesso e qualcun altro si illuda di essere insostituibile al punto da agitare i fantasmi: come nel caso di Matteo Renzi, il rottamatore più berlusconiano che ci sia. Quello del “dopo di me il diluvio". La verità siciliani è che siamo a un bivio. E per questo bisogna votare con criterio e non con la pancia. Lo politica con la P maiuscola con la gente a fianco: ecco la vittoria.

Franco Rinaldi, gioie e rimpianti prima del voto del 28 ottobre?
“Di gioie, senza dubbio, tante: come non mai in questa campagna elettorale ho potuto sentire la fiducia di tante persone, sia amici e sostenitori, ma anche di gente che ho incontrato per la prima volta. Certo, è un periodo difficile, in cui i problemi sono tanti, per i giovani, le famiglie e le categorie professionali. Ma credo che quando sai ascoltare le esigenze e ti impegni a fartene portavoce, così come ho cercato di fare in questi anni trascorsi all’Ars, questo ti porta la soddisfazione e, ripeto, la gioia di constatare che il tuo impegno è ripagato, già guardando i volti fiduciosi di chi continua a stimarti. D’altro canto, se svolgi la tua attività parlamentare come servizio, inevitabili sono anche i rimpianti. A esempio, mi sono tanto battuto per la scuola, dove i tagli hanno prodotto minor offerta lavorativa, da un lato, e colpito i ragazzi più svantaggiati, per la riduzione degli insegnanti di sostegno. Per questa ed altre cose, spero di poter lavorare nel prossimo Governo”.

Governare la Sicilia è una missione impossibile?
“Governare la Sicilia è certamente una missione difficile. Troppi lacci e lacciuoli, clientele e sprechi che di certo erano volti a fare gli interessi di alcuni, hanno reso la Regione Siciliana una macchina elefantiaca e distante dai reali problemi e dalle reali soluzioni. E se dapprima, in quelle condizioni, poteva apparire impossibile, con Crocetta presidente sono certo che governare la Sicilia non solo sarà possibile, ma sarà una realtà che tutti toccheremo con mano”.

Perché votare Crocetta?
“Tutti i siciliani devono votare Crocetta perché è una persona pulita, con una vita senza ombre, con una storia di uomo e di sindaco antimafia che tutti conosciamo e apprezziamo. E’ una persona colta, un politico competente che conosce a fondo i problemi e ne studia le soluzioni per il bene comune. Perché ha un programma che, finalmente, mette al centro lavoro e legalità, i fondamenti per ridare una giustizia sociale alla nostra terra”.

Punti in comune con lui?
“Tanti i punti che credo di avere in comune con lui e, come per Crocetta, lo attesta anche per me la mia storia di politico impegnato in battaglie, che adesso ritrovo nel programma del nostro candidato alla presidenza della Regione. Certamente, uno di temi che ci accomuna è il lavoro: negli anni mi sono battuto per la stabilizzazione dei precari, contribuendo anche alla formulazione dell’apposita legge sulle “Misure di stabilizzazione dei rapporti di lavoro a tempo determinato” con gli emendamenti finalizzati ad applicare le medesime condizioni al personale ex Lsu, ai precari del Fondo Nazionale per l’Occupazione non rinnovati dallo Stato e di cui la Regione si fa carico ogni anno, e ai cosiddetti lavoratori Asu, che prestano la loro opera all’interno delle cooperative che hanno stipulato convenzioni con gli Enti locali. La scuola, come ho già detto, per garantire occupazione e diritto allo studio. La Sanità, su cui ho lavorato affinché i tagli non colpissero l’utenza, soprattutto dei piccoli centri, cercando di limitare la prospettata chiusura di ospedali e punti nascita. E, ancora, il supporto alle famiglie, il sostegno alle imprese e l’ambiente.

L’emozione più grande nel girare tra i 108 comuni della nostra provincia?
“Come ho già detto, senz’altro la soddisfazione di ricevere attestazioni di fiducia, nonostante i tempi di cosiddetta disaffezione della politica da parte della gente. Il vedere che le persone credono in me e nella mia attività, mi fa certamente piacere ma, al tempo stesso, mi fa sentire la responsabilità quale portatore delle istanze che mi vengono poste.

Quale storia l’ha colpita tra le tante durante queste settimane di campagna elettorale?
“E’ la storia di un “emigrante di ritorno”, un giovane di 34 anni che, dopo 10 anni di precariato trascorsi a Milano, per la carenza di lavoro ormai c’è anche lì e, quindi, per l’impossibilità di mantenersi, è tornato a casa dei genitori, per avere almeno un tetto sulla testa e un piatto di pasta. Questi sono i veri drammi dei nostri giorni e gli uomini e le donne impegnati in politica devono pensare ad una giustizia sociale, a una progettualità che apra nuove opportunità nella nostra regione. E sono convinto che, come dice Crocetta, questo è possibile in Sicilia, basta un cambio di rotta, per valorizzare le risorse della nostra terra, dall’agricoltura alle ricchezze naturali e culturali che ci circondano.

I cittadini da voi vogliono lavoro o sicurezza…
“La sua domanda contiene, come ho già avuto modo di dirle, i due punti fondamentali del programma del candidato alla presidenza Crocetta: lavoro e legalità. Due cose imprescindibili, perché non c’è lavoro non c’è legalità. Vede, se non c’è legalità, gli appalti sono inficiati, si dà vita alle clientele e i soldi pubblici sono spesi per favorire gli amici piuttosto che per il bene comune. Allora si comprende bene perché i due termini, lavoro e legalità, sono due facce della stessa medaglia”.

La nostra Messina non vive una stagione esaltante: tanti paladini pochi buoni amministratori. Da cosa bisogna ripartire per non morire di depressione?
“I nodi della nostra città sono sotto gli occhi di tutti e buona parte sono stati generati dal Palazzo municipale. Se la nave sta imbarcando sempre più acqua, le responsabilità sono chiare.
Allora, ripartiamo con un buon governo alla Regione, laddove si può trovare una sponda per alcuni problemi – penso, ad esempio, all’Atm o alla vicenda del teatro Vittorio Emanuele -. Poi, speriamo nella scelta di amministratori che pensano al bene della nostra amata Messina. Intanto, in questo periodo di commissariamento, non si può far altro che arginare la montagna di problemi ereditati, cercando di scongiurare a tutti i costi il dissesto. Vedo che in questo vi è grande senso responsabilità da parte del mio partito, il Pd, che sta cercando di collaborare con il commissario straordinario. Certo, bene ha fatto il nostro gruppo consiliare a non votare l’innalzamento dell’Imu: ai cittadini dobbiamo far sentire che siamo in grado di proporre soluzioni, piuttosto che di gravarli di ulteriori tasse”.

Girando per le scuole abbiamo scoperto che i nostri bimbi disegnano ruspe piuttosto che prati verdi: è davvero la città del cemento o solo il luogo delle tante incompiute?
“Per tornare a essere la bella città che tutti ricordiamo fino ad alcuni decenni fa, Messina necessita di interventi sostenibili. Tra essi, vi è la rivisitazione del centro storico, già realizzabile grazie all’approvazione del Disegno di legge da me proposto, finalizzato al recupero degli immobili unito al cosiddetto “housing sociale”, con la possibilità ottenere mutui a tasso zero per dare nuova vita alle zone degradate. Altra urgenza è ridisegnare gli spazi verdi: a tal proposito sono già pronti dei validi progetti curati dai nostri esperti di Ambiente all’interno del Partito democratico. Anche in questo caso si spera in una prossima buona amministrazione”.

A coloro che sostengono che serve un cambiamento radicale cosa risponde?
“Rispondo che il cambiamento già c’è: basta metterci una “Crocetta” sopra, giorno 28. L’ho detto con una battuta, ma è vero: cambiare significa credere nelle persone giuste, con i giusti programmi, le giuste competenze e l’onestà. E questo lo abbiamo con il candidato Rosario Crocetta”.

Dal 29 ottobre come cambierà la sua vita?
“Logisticamente, spero che non cambi, nel senso che spero di poter ancora stare tra il mio territorio, che è quello messinese, e Palermo, dove potrò continuare a servire la comunità all’Ars. Sostanzialmente, con Crocetta presidente credo proprio che cambierà tutto”.

E quella dei siciliani?
“Con Crocetta presidente i siciliani giorno 29 potranno essere rincuorati, guardando al futuro con più fiducia. Nei giorni e nei mesi successivi, avranno, poi, la certezza di una Regione che libera dalle vecchie logiche, lavora per portare legalità, più impresa e lavoro, più giustizia sociale, più ambiente e, me lo lasci dire, più fierezza di essere siciliani”.