La situazione delle famiglie è giunta al limite. Sono sempre di più gli italiani che, per colpa della crisi e della disoccupazione galoppante, non hanno più i soldi per mangiare e devono rivolgersi agli enti caritativi per un pasto gratuito. Epperò, il problema più importante è comandare. Per esempio a Messina, città sull’orlo del dissesto, è partita la gara sul toto – sindaco. Detto che Peppe Grioli Pd è stato già bocciato ancor prima della discussione dal suo comandante più in alto in grado (Francantonio Genovese); ridetto che il confusionario comunicativo con un piede a Roma e l’altro a Messina inteso l’Innominabile, per quanto porti sfiga ai suoi padroni, non può neppure pensarlo di salire i gradini di Palazzo Zanca altrimenti la città scompare, non ci resta che analizzare il momento nella speranza di ripartire. Abbiamo l’impressione che molti di quelli che parlano in città di politica esprimono giudizi condizionati dalle tesi che vogliono dimostrare nella nostra situazione, così travisando il ruolo delle primarie ma anche quello del buon senso che in certi casi non guasterebbe. Guidare in questo particolare momento Messina non è roba per principianti né materia per annoiati cazzoni perdigiorno: non c’è l’accordo sui debiti, non ci sono al momento soluzioni sulle tante emergenze prodotte dalla politica. E non è solo una questione di promesse elettorali da mantenere. Chi sarà chiamato a gestire Palazzo Zanca dovrà dimostrare di avere delle soluzioni che seppur impopolari aiutino a pagare i debiti e a mantenere quanti più posti di lavoro. Tutto bene, tutto noto. Ma sono parole che altri prima di noi hanno detto senza però far seguire i fatti. Il sindaco che verrà deve assumere l’impegno con la città di cambiare le cose: non promettere la luna ma garantire la quotidianità nei servizi offerti alla comunità. Come si fa a far amare le istituzioni, l’ambiente, il territorio, il turismo, se poi istituzioni, ambiente, territorio, turismo sono scadenti? Chi vuole investire in un luogo di spazzatura e topi? Chi sogna una vacanza in un territorio invivibile che odora di urina? Ciò che dovrebbe addolorare i politici messinesi è il comprendere che risultano ormai dei bugiardi conclamati. Fanno parte del paesaggio: politica – spazzatura. E il toto sindaco lo dimostra: i cazzoni ci sguazzano, gli opportunisti ci provano, i mediocri si auto proclamano candidati. Sanno benissimo che nessuno di loro ha un briciolo di speranza nell’essere eletto consigliere comunale, figurarsi sindaco. Però i professionisti della fuffa ci provano: vanno in televisione, scrivono sui blog, passeggiano alla ricerca di mani da stringere, deretani da baciare: normalizzano la servitù. Per fortuna che la politica è fatta anche da persone con dei valori, con principi e regole. Noi lo pensiamo seriamente perché altrimenti non ci resterebbe che la fuga da una città amministrata da cazzoni perdigiorno. Per salvare Messina ci vogliono emozioni forti: quando sono robuste travolgono e permettono di sognare, di dare il 200 per 100!!! In questo momento il messinese è depresso, avvilito, spento: il nuovo sindaco deve fargli rialzare la testa.