Tattica, soprattutto tattica. Sono bastate poche ore per smontare in Fli il castello di speranze (per alcuni) e di preoccupazioni (per altri) costruito sulle dichiarazioni del leader. A sera, Gianfranco Fini è andato in tv per spiegare le ragioni autentiche dell’apertura ad Angelino Alfano. Per chiarire, soprattutto, quel richiamo alla possibile "pagina nuova per tutti i moderati italiani". L’obiettivo, ha precisato al Tg3, è certamente che il Pdl abbandoni la "demagogia" e che il suo segretario si misuri con il governo Monti mettendo al bando le voci più radicali. Ma la conseguenza di una conversione montiana di via dell’Umiltà sarebbe solo il bis di Monti. Nulla di più, al netto di una sfida ad Alfano e ai suoi colonnelli che difficilmente potrà essere accolta. Ne è consapevole anche Fini, convinto dell’impossibilità di replica per Alfano.
Poco prima, a metà pomeriggio, Pier Ferdinando Casini si era messo nella scia del leader di Fli, nella sostanza sfidando Alfano: "Se sarà coraggioso…". Come a dire, le primarie non bastano certo a marcare una discontinuità. Ma, al netto del silenzio di Alfano – e della freddezza pidiellina – resta da rilevare la spaccatura tutta interna alla galassia finiana. Non si tratta solo delle differenti letture offerte da Italo Bocchino e Fabio Granata, o dei silenzi dell’ala liberal. Sono i sentimenti di speranza e frustrazione che si alternano tra le diverse fazioni nel corso del giorno a ricordare che Futuro e libertà resta diviso tra chi tifa per un riavvicinamento con il Pdl e un’ala più montiana e antialfaniana.
La tattica e le schermaglie di tutto il perimetro centrista devono però fare i conti con un appuntamento che già agita molti big del nuovo polo, oltreché i dirigenti di via dell’Umiltà. E’ il 17 novembre, data fissata per la convention di Italia Futura.
Lì Luca Cordero di Montezemolo lancerà l’opa sui moderati. Le varie anime non arrivano all’appuntamento nel migliore del modi.
Sono soprattutto Casini e il numero uno Ferrari ad aver ingaggiato da tempo un braccio di ferro sotterraneo per il controllo del perimetro montiano. In platea ci saranno soprattutto big della società civile e gli estensori del manifesto ‘Verso la Terza Repubblica’. Ma interessante sarà soprattutto segnalare le presenze strettamente politiche.
E’ un gioco del cerino logorante. Ogni mossa, d’altra parte, va pesata con attenzione, soprattutto per quanto riguarda il leader Udc. Troppe ancora le variabili, a partire dalla legge elettorale. Senza contare che un’accelerazione troppo convinta potrebbe infastidire Mario Monti, punto di riferimento di tutta l’operazione Lista per l’Italia. Casini attende le mosse di Montezemolo, Fini cerca di riconquistare terreno e centralità mediatica. Entrambi sono alle prese con resistenze forti di partiti che non gradiscono operazioni di rottamazione. Tutti però sono consapevoli che con ogni probabilità sono destinati a finire sulla stessa barca.