Politico, imprenditore, di cultura: più si cerca un candidato a sindaco che rappresenti al meglio le anime diverse di Messina, più la matassa che i politici che dovranno sciogliere pare ingarbugliarsi. Ognuno tira fuori la sua ricetta, più o meno originale, ma intanto cresce la Babele e la crisi economica – vedi Corte dei Conti – rischia di apparire sempre più agli occhi dei messinesi una commedia marziana. C’è addirittura chi propone una Giunta costituente. Con dentro tutti. Qualche altro dice che il terremoto economico di Palazzo Zanca lui l’aveva previsto e che "anzi è arrivato in ritardo". Insomma: le colpe sono loro, i conti li dovremo pagare Noi! Così, in una sorta di eterno ritorno, la Messina politica propone ricette, regala patenti, emette sentenze. Diciamo la verità: il senso del dovere caro ai partiti di una volta non esiste più. C’è una confusione che ha portato persino l’avvocato Marcello Scurria una volta fiero sostenitore della cacciata di Peppino Buzzanca da sindaco (2003) a discuterne oggi la difesa dello stesso Buzzanca. A spiegarne virtù e programmi economici nonostante i gravosi debiti. Sì, siamo su Scherzi a parte! Questa confusione ha prodotto così tanti errori che oggi ne paghiamo le conseguenze: sopravvivono una serie di strutture e di dirigenti scollegati l’uno dall’altro. E per questo che abbiamo bisogno del rinnovamento… ma chi dei protagonisti ha presentato le dimissioni? Chi ha convocato una conferenza stampa esordendo: “Mi pare corretto mettermi da parte"? Nessuno! Anzi, sono pronti a ricandidarsi, a regalare ricette, a invocare per meriti speciali nuovi e prestigiosi incarichi. Più che un ragionamento sembrerebbe l’enunciazione di una "regola dello spirito": IO NON PAGO MAI! Quando ci si batte per un convincimento bisogna accettarne il prezzo sino in fondo. Invece no. A Messina la sfiducia costruttiva è buona garanzia di stabilità. Più Messinesità di così …