Cittadini di Messina attenzione a chi date fiducia in vista delle Amministrative del 2013: non c’è peggiore candidato del cortigiano che si mette in posa. Affermiamo ciò perché la bontà dei messinesi è meravigliosa, una bontà che spesso si trasforma in ingenuità davanti a taluni proclami rivoluzionari. E’ che siamo una colonia votata al perdono complice la cattiva memoria che influenza le scelte importanti. Noi messinesi siamo sempre predisposti ad accettare per buono quello che fino a ieri era un cortigiano del potere, un raccomandato di lusso, pur non avendone meriti: meglio dire un parassita. La somma di questi parassiti ha provocato guasti nella vita politica e perdita di fiducia in molti giovani, oggi quarantenni. La verità è che quando sentiamo un cortigiano che si mette in posa spacciandosi per la risposta vivente alle preghiere di riscatto dei cittadini, ci sentiamo male e ci verrebbe la voglia di prenderli a pernacchie per le cavolate che dicono: dovrebbero avere più rispetto verso chi soffre per causa loro. Se infatti i cittadini avessero il tempo di indagare sui loro recenti trascorsi lavorativi scoprirebbero flop colossali, salti della quaglia, uffici stampa istituzionali, non certo ottenuti per chissà quali meriti se non la raccomandazione di qualche potente. Ma non importa, tanto questi cortigiani che si mettono in posa si incartano da soli e soprattutto portano sfiga ai loro amici potenti… Tornando ai problemi di Messina la sciagura provocata dall’ultima Giunta ha avuto diverse interpretazioni, tutte riportate in prima pagina e offerte con risalto nei Tg: forse una tragica valutazione della realtà da parte del sindaco Peppino Buzzanca, forse un guasto nella calcolatrice dell’assessore Orazio Miloro, forse un suicidio politico di qualche colonnello del Pdl. La trascrizione della Corte dei Conti non lascerebbe dubbi: “morte volontaria” per mancanza di “verità” nei Bilanci. Anche se bisognerà ancora confrontare le giustificazioni dell’avvocato prestato alla politica Marcello Scurria, anche se per qualcuno l’urlo di qualche pezzo della Giunta Buzzanca non indica volontà suicida, ma disperazione. A ogni ricostruzione della tragedia della comunità messinese è corrisposto un complesso processo mentale: lo scontro fra gli alleati, il dramma dei cittadini costretti a vivere con la spazzatura e i disservizi, lo strazio dei cortigiani che si mettono in posa per agguantare una nuova opportunità di lavoro. Solo quest’ultimo non è mai mutato. Adesso, per ognuno di noi, la verità rimane condizionata dal modo in cui l’emozione per un nuovo progetto politico ha fatto breccia nell’inconscio. Ma non è questa la via per salvare Messina dai parassiti.