Ho un sogno… sì sogno un politico non asservito alla Germania, consapevole che l’uomo è più importante delle banche, dello spread e della loro tronfia e traballante moneta che si chiama €uro e che ha rovinato la nostra vita degli ultimi dodici anni portandoci ormai al collasso e prossimamente alla miseria. Un politico che ripartendo da quel tanto decantato e tragico trattato di Maastricht di ventanni fa, azzeri tutti i diktat di un unione politico economica mai realmente nata, riportandoci alla normalità della vecchia CEE. Un politico che guardi al valore dell’uomo e delle opere del suo ingegno e li sappia valorizzare senza guardare al consumismo, che non è benessere ma spreco, né al comunismo che è massificazione che mortifica l’individuo. Il miraggio crudele della globalizzazione con la mescolanza di razze, religioni, economie e culture sotto l’egemonia delle banche, devote vestali del dio denaro, sta per crollare e prima o poi travolgerà tutti in un inesorabile effetto domino. Ma anche se questo oscuro futuro è nettamente visibile all’orizzonte, c’è chi pensa ancora di farla franca a discapito del proprio prossimo perché si reputa, povero illuso, più intelligente degli altri. Oggi la Grecia, domani la Spagna, l’Italia, il Portogallo e l’Irlanda… ma poi? Anche la Francia cadrà sotto la ghigliottina dello spread e la Germania tanto altera finirà per rimanere capostipite di un nuovo Reich di straccioni. Sogno un politico che si spenda per la sua gente senza sogni di gloria, o meglio di vana gloria, che si accontenti del benessere quotidiano senza inseguire gli zeri dei tabelloni digitali di Foro Bonaparte o di Wall Street. Sogno un premier che comprenda gli errori degli ultimi ventanni e sappia ripararvi riportandoci alla tranquillità della vita giornaliera da cui ci hanno violentemente strappato con la vana promessa di un paradiso terrestre che oggi assomiglia di più al malebolge. Lo troverò? Fino a oggi non l’ho trovato. Se non lo troverò strapperò la scheda elettorale e non voterò. Sono tanti gli incantatori di serpenti che girano, ma non mi sedurranno.
Mi disintegrerò? Conta poco, con me si disintegrerà un Continente intero e forse anche un pezzo di Globo: i voli di Icaro fin dall’antichità sono sempre stati sinonimi di sfida della superbia e dell’insipienza alla supremazia dell’impossibile.
Diego Spanò