Sembra che gli autorevoli cervelli pensanti che narcotizzano i messinesi solo ora abbiano scoperto l’acqua calda: la pubblica amministrazione ha dilapidato il tesoretto dei cittadini in cambio di disservizi. Non passa giorno che ci danno buoni consigli come tagliare la spesa di Palazzo Zanca… peccato che lo chiedano agli ultimi dopo aver raschiato il fondo del barile. Basterebbe leggere il costo delle consulenze, degli incarichi, per comprendere quanto hanno speso sulla nostra pelle. Non è questo, purtroppo, l’unico esempio di cattiva politica da sottoporre all’attenzione dei messinesi prima di credere a coloro che hanno ridotto la città alla povertà. Come dimenticare la politica casalinga del buon Peppino Buzzanca? O la finanza creativa di pezzi della sua Amministrazione? Ecco perché il ricordo visivo dei momenti lieti che ci hanno propagandato in questi anni gli amici di Buzzanca, si trasforma a poco a poco in una terribile visione di morte politica, di panico elettorale. Ogni volta che la realtà esibisce immagini agghiaccianti di Messina sorge il dubbio se sia legittimo o meno difendere il trauma di una comunità votata al masochismo. Che si lamenta quotidianamente ma alla fine si consegna ai suoi carnefici di sempre: passate in rassegna gli amministratori degli ultimi diciotto anni e si finisce inevitabilmente in un florilegio di moralismi, favorevoli o contrari che siano. Ma qualcosa sulla messa in onda di progetti politici con non meglio precisate liste civiche almeno dal punto di vista morale, si può dire, dando per scontata la buona fede di tutti (?): continuando a vendere immagini che non identificano i cittadini si rischia una città da barzelletta. Qualcuno dica ai vari potenziali candidati a guidare il Comune di non parlare di argomenti a loro sconosciuti. Lavoro, servizi sociale, salute, università, riqualificazione urbana, sport vanno affrontati in maniera seria: mai proporre un testo choc alla prima uscita pubblica per fare confusione. E’ evidente lo scopo di attirare l’attenzione dei cittadini per la nuova lista. Mai "sporcare" con opportunismo, smania di potere, ricerca di posti e incarichi personali, il dolore e la rabbia dei messinesi: le candidature vanno e vengono, i guai rimangono se non si cambia spartito. Vogliamo dire che si possono anche fare delle concessioni a qualche amico a cui non si può dire di no, ma senza un progetto nuovo, una classe dirigente diversa da quella passata, anche le uscite in pubblico possono costare care se non si abbandonano quei personaggi divenuti caricature di se stessi e si gettano (sul serio) le basi per il futuro. La crisi di Messina deve trasformarsi inevitabilmente nella pulizia della mente e nella ripresa della politica su basi nuove.