Mentre Messina crolla, si regolano conti in sospeso

La città di Messina affonda e i responsabili se la spassano; l’Atm si frantuma e il cittadino incornicia mille candidati a sindaco per le prossime Amministrative. In una delle stagioni più drammatiche nella storia della città dello Stretto soltanto l’ambizione per la poltrona si è salvata: come sempre, ne ha tratto profitto la squadra dei senza vergogna che ha rastrellato, in dose massima spazi e programmi. E’ Natale e bisogna essere tutti più buoni, compresi noi, ma le cattive condizioni della città non consentono troppi buonismi: se da un lato il commissario Luigi Croce cerca di recuperare quel che può per pagare gli stipendi dei dipendenti di Palazzo Zanca, dall’altro la carica dei candidati a sindaco assedia la nostra giornata. Non passa giorno che uno “statista da bar” non si prenoti per un giro nella giostra politica. Ancora una volta, tanti nomi ma pochi quelli giusti, magari lo sono pure, chissà. Il confronto comunque di molti di questi Cv con le pagine dei quotidiani è sconvolgente, irritante. Offende l’intelligenza dei cittadini. Si dovrebbe avere più rispetto di coloro che soffrono per colpa della cattiva amministrazione della cosa pubblica. Per le strade di Messina c’è fame e disperazione: siamo arrivati al punto, come raccontano le cronache, che i banditi sono ritornati alla carica, con assalti alle banche. Quello che è più grave è che non saranno le uniche – purtroppo – a essere prese di mira, vista la depressione economica anche per la malavita. Anche nella criminalità c’è la serie A, B, C, D: i ricchi boss gestiscono droga, cemento, costruzioni e supermercati, gli altri si devono aiutare con le rapine e i furti negli appartamenti: mentre lo spettro del crack incombe su Messina. Com’è facile a questo punto cadere nella demagogia: la nave affonda e i cattivi suonano l’orchestra, siamo sull’orlo del disastro e gli incoscienti battono la grancassa del frivolo. No, non è così: votando per persone preparate e valide si può risalire la china. Affidando strutture e cose e seri professionisti si può ripartire e programmare scalate anche sportive. Viviamo in una situazione paradossale in cui le buone notizie non si danno, si ridimensionano, per non dover poi ammettere che quelli che c’erano prima erano se non dei farabutti, sicuramente incapaci a gestire o progettare qualcosa: dalla politica allo sport! Messina ha perso la speranza anche perché non ha più sogni: ma solo incubi. Con le brutte notizie, con i resoconti fasulli, non andremo da nessuna parte. Una cosa è la notizia, un’altra è la cattiveria per tornaconto personale: se uno ha dei conti in sospeso farebbe bene a non spacciare per verità, per difesa dei lavoratori (?) un suo personalissimo recupero credito.