Anche quest’anno la Commissione europea ha pubblicato il Rapporto annuale sull’indice di gradimento rispetto alla qualità di una serie di servizi che i consumatori utilizzano quotidianamente. Tra questi quelli che riguardano i più svariati settori: dall’offerta del tempo libero, ai beni di consumo, alla qualità dei cibi, alla casa, ai trasporti aerei e ferroviari, ai servizi bancari, a quelli per la gestione dei mutui, alla ristorazione, alle vacanze, alle infrastrutture, dalla spesa alla bolletta del gas, e così via. Attraverso l’attribuzione di punteggi si stabilisce qual è l’indice di gradimento. E quasi una conferma al sentire comune arriva il verdetto: sui 27 Paesi dell’UE, gi italiani hanno manifestato un indice di non gradimento che, nella graduatoria sulla soddisfazione per i servizi, ci lascia al 23esimo posto. Ciò vuol dire che per i nostri connazionali, non funziona quasi nulla e siamo insoddisfatti. Ciò che va evidenziato è il peggioramento della percezione nei servizi che gradualmente ci ha fatto scivolare in coda alla graduatoria: dal 20esimo posto del 2010, al 22esimo del 2011 sino alla 23esima attuale. Ma venendo ai diversi settori. Il primo che riguarda l’assicurazione per la casa che non tutti hanno. Coloro che però ne sono in possesso esprimono un indice di gradimento che è al di sotto di due punti rispetto alla media europea. Per quanto riguarda i trasporti urbani tipo bus e metro siamo ben due punti e mezzo al di sotto della media con una riduzione del 0,3 % rispetto agli anni precedenti. I trasporti ferroviari sono la cartina al tornasole che la classifica rispetta le nostre comuni percezioni negative sullo stato di servizi fondamentali: siamo 9,8 % al di sotto della media europea con la conferma che i disagi che vivono i pendolari nostrani sono superiori a quelli degli altri paesi. Più o meno lo stesso andazzo registrano i servizi postali: ben 5,2 punti sotto la media europea così come per le banche ben 6,3 punti, anche se in ogni stato europeo l’indice di gradimento su quest’utlimos ervizio è comunque basso. Il giudizio dei nostri connazionali è certamente connesso alla serie di costi relativi ai servizi bancari cui peraltro non corrisponde un’analoga efficienza o anche agli aggravi unilaterali di tanto in tanto applicati.
Nel leggere il rapporto si potrebbe continuare a scorrere ancora il basso livello di gradimento in quasi tutti i settori con ciò confermandosi, per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, che i provvedimenti che si sono susseguiti negli anni relativi alle liberalizzazioni, comprese le recenti di Monti, anziché portare ad un miglioramento nella percezione degli italiani dei servizi offerti, ne hanno addirittura peggiorato la considerazione.
Non ci resta che un cambio di rotta affidato alla speranza riposta nelle prossime politiche che non si ripetano le politiche liberiste adottate negli ultimi anni quasi certamente ancorate ai ricatti delle lobbies piuttosto che alle esigenze concrete dei cittadini.