Purtroppo, anche se non mi piace vestire i panni di Cassandra, la situazione dell’ex Bel Paese non mi esime da qualche spiacevole riflessione. In piena valanga di licenziamenti il Professor Monti esibisce, in una elegante e diplomatica conferenza stampa, una quasi “evangelica” Agenda di tagli ulteriori che ci porterebbero alla fame e la pone come condicio sine qua non per essere ammessi a una sua imprecisata Lista elettorale: conquista così il “rapito” consenso di banchieri, europarlamentari e industriali a “nove zeri”, e ovviamente, anche se non dichiaratamente, della Signora Merkel fiera di mostrare la durezza dei suoi diktat all’elettorato tedesco che dovrebbe riconfermarla. Un Berlusconi visibilmente teso e pallido cerca di sedurre gli italiani con la promessa di levare l’IMU e di contrastare lo strapotere tedesco (ma come se vuole restare nell’UE?!), ma ottiene il risultato di impaurirli con un inutile e aggressivo comportamento nei confronti del povero Giletti che nulla ha da spartire con le tasse e lo spread! Alla fine del suo quasi monologo,dopo quale infelice battuta sui suoi ex alleati Fine e Casini,finisce per lasciare tutti a bocca aperta: più confusi che persuasi. Bersani ascolta con attenzione le parole dell’ormai ex Premier pensando probabilmente quanto potrebbe essergli duro il conflitto eterno tra la vecchia sinistra migliorista, oggi montiana, e quella radicale di Vendola e compagni. Infatti il Pd comincia già a perdere pezzi specie tra i renziani. E’ amaro capire come nessuno abbia il coraggio morale di ammettere che l’Europa di Maastricht è ormai fallita, con essa l’euro, e che bisognerebbe iniziare a pensare a una exit strategy che ci riporti alle nostre vecchie monete nazionali: è destino comune di Italia, Grecia, Spagna, Portogallo e Irlanda. Sono questi i Paesi per i quali il condominio economico con la Germania è praticamente impossibile, e in cui l’enorme debito pubblico (per l’Italia più di 1900 miliardi di euro) prestissimo porterà al collasso finanziario principalmente nel settore delle pensioni, della sanità e del pubblico impiego: altro che Imu e Agenda Monti. Ma no ”tutto si può sistemare” dicono Pd, Udc, Pdl e quelli…d ell’Agenda… io però voglio prima vedere i conti e, soprattutto i tagli della Sanità a esempio in Sicilia dove ormai si è votato, forse li vedremo anche prima del 2013 con la quasi consapevolezza di un’amara sorpresa poiché la spending review porterà meno assistenza ai cittadini e tanta disoccupazione tra gli operatori. Del resto avete già visto le disastrose condizioni finanziarie del San Raffaele, dell’Idi e, da quanto si sussurra, dello stesso Policlinico Gemelli nel Lazio, avrete letto dell’azzeramento tentato (ma quasi riuscito…!) di alcune vitali indennità dei medici di famiglia e dei pediatri di libera scelta della” rossa” e virtuosa Emilia Romagna, le migliaia di posti letto e di postazioni di guardia medica decurtate anche in località in cui l’ospedale pubblico o il Presidio di Guardia sono l’unica ancora di salvezza. Rebus sic stantibus l’unico a dire le cose per come sono è Beppe Grillo,il quale ha almeno promesso un referendum consultivo sulla permanenza o meno nell’UE, consapevole del fatto che chi non può comprarsi un panino non può più pasteggiare a caviale e champagne. Ebbene cari amici, fatevene una ragione, è finita l’era di “tutto va ben madama la marchesa”, bisogna parlare chiaro e non occultare i bilanci per questi due mesi che ci restano e affidarsi a una classe politica realista, nuova, che non si arrampichi sugli specchi e che non ci proponga fantasmagoriche integrazioni forzate con realtà economiche un tempo già lontane e oggi praticamente irraggiungibili. Buon Natale a chi mi legge, soprattutto se senza stipendio e/o tredicesima, con un contratto di lavoro scaduto, in scadenza o senza nulla, gli auguri di buon anno ve li rimando a tempi migliori, sarei un ipocrita se ve li facessi in queste circostanze, e chi mi segue da anni sa che non lo sono.
Diego Spanò