Peggiora la qualità della vita nelle province italiane, solo in 42 il livello è "accettabile". Lo rivela il Rapporto sulla Qualità della vita in Italia 2012, realizzato da Italia Oggi con l’università La Sapienza di Roma. Giunta alla quattordicesima edizione, l’analisi sullo stato delle 103 province sarà pubblicata sul numero di ItaliaOggi in edicola. Al top della classifica Trento e Bolzano, in fondo, ultima Imperia. Penultima Napoli, saldamente in coda. Per gli altri grandi centri, dopo preoccupa soprattutto la sicurezza, Roma scivola, e passa dal 51esimo al 62esimo posto, mentre Torino sale di una posizione, alla 46esima e Milano recupera 7 posti, dal 46esimo al 39esimo.
Le due province Trento e Bolzano salgono sul podio della Qualità della vita per il 2012, confermando il risultato già raggiunto l’anno scorso. Il Rapporto 2012 registra però "il peggior risultato dalla prima edizione dell’indagine": salgono a 61 le province nelle quali la qualità della vita è risultata scarsa o insufficiente. Di conseguenza scendono a 42 le province nelle quali il giudizio è buono o accettabile contro le 45 della passata edizione. Con un peggioramento che investe non solo l’area meridionale e insulare (tendenza già rilevata gli anni scorsi) ma anche quella centrale.
Un altro dato evidenziato dal rapporto sulle province italiane è che "la qualità della vita passa dall’ambiente". Vince infatti la provincia che ha un’alta percentuale di raccolta differenziata, incentiva la mobilità sostenibile, l’uso del fotovoltaico e la riqualificazione energetica degli immobili.
In fondo alla classifica, invece, le città con evidenti criticità in tema ambientale: coefficiente di raccolta differenziata basso, traffico, inquinamento, trasporto pubblico che non funziona. Un altro aspetto dell’indagine rivela che il problema dei grandi centri e di quelli più frequentati da turisti, è la sicurezza. L’indicatore relativo alla "criminalità" segnala che situazioni di maggior pericolo si riscontrano nell’ordine a Rimini, Milano, Bologna e Firenze, con poche differenze rispetto all’indagine 2011. All’opposto, la provincia più sicura è Belluno, davanti a Oristano e Treviso, che spicca in positivo in quasi tutti i sotto-settori, da quelli legati al traffico di stupefacenti ai reati in banca.
Sul fronte del disagio sociale (tra i parametri considerati rientrano la disoccupazione giovanile tra i 15 e i 24 anni e i suicidi per 100 mila abitanti) nelle province italiane, invece, le posizioni di testa, che in questo caso non sono sinonimo di performance positive, spettano a Benevento, che conquista la vetta facendo un balzo di 13 posizioni rispetto allo scorso anno, seguita da Avellino (destinata a fondersi proprio con la provincia di Benevento), Vibo Valentia e Salerno. Mentre in quinta e sesta posizione si piazzano rispettivamente Cosenza e Reggio Calabria. Il disagio è invece minimo ad Aosta (101esima posizione), Lucca (102esima) e Genova (ultima), fortemente penalizzata dai dati su infortuni sul lavoro e suicidi.