Il 68,3% dei sindaci e il 64,3% dei governatori perdono consenso. Secondo la Governance Poll, realizzata da Ipr Marketing per il Sole24Ore, rispetto al giorno in cui sono stati eletti, i sindaci perdono in media il 5% dei consensi e i governatori il 3%. Il consenso migliora rispetto al giorno dell’elezione per il sindaco di Verona Flavio Tosi (+8,7%), di Milano Giuliano Pisapia (+4,9%) e di pesaro Luca Cerisoli (+3,6%). I risultati peggiori sono quelli dei sindaci di Crotone, Alessandria e Taranto. Agli ultimi posto i primi cittadini di Foggia, Giovanni Battista Mongelli, e l’ex di Messina, Giuseppe Buzzanca.
La nota è servita su un piatto d’argento. E dovrebbe seriamente far riflettere coloro che compilano le liste in vista delle Politiche, soprattutto in casa Pdl – Sicilia, dato che si profila la candidatura di Buzzanca dopo il flop alle Regionali del 28 ottobre scorso. Sceso in campo nella sfida di Nello Musumeci come Governatore – con esiti disastrosi – l’ex sindaco di Messina sta seriamente rischiando di seppellire la rinascita della sua terra e di rendere ancora "più definitiva" la crisi che lega il voto al partito. Buzzanca ha infatti creato una frattura tra popolo e politica al punto tale che nessuno lo reputa capace di poter essere utile alla causa tranne qualche santo protettore che lo vorrebbe inserire nei primi posti della lista, al fine di garantirgli un salvacondotto in Parlamento. Il debito del Comune di Messina infatti non è roba da poco e non è esclusa che l’intera vicenda diventi materiale d’indagine della Procura. Con la questione etica in primo piano della cronaca politica, in verità è difficile immaginare un segretario di partito – e Angelino Alfano certamente non lo è – così leggero nel fare la squadra dei potenziali parlamentari. Saranno proprio loro quelli chiamati a riformare l’Italia e dopo tanti scandali e scaldaletti è arrivato il momento di fare le cose per bene. E soprattutto di mandare a Roma se non i migliori quelli meno scarsi. La classifica realizzata da Ipr Marketing per il Sole24Ore dimostra che i cittadini sono stufi di amministratori non all’altezza del proprio mandato. E nel caso di Buzzanca lo hanno certificato con la bocciatura nell’urna nelle recentissime Regionali. E allora perché qualcuno lo vorrebbe far rientrare dalla porta di servizio? A chi giova un politico non gradito dalla gente in Parlamento? E così si ritorna al problema di partenza: Buzzanca Sì, Buzzanca No. Una nuova commedia che ci farà sicuramente tanto piangere quanto ridere, com’è destino della Messinesità da operetta. L’evento politico, la volontà degli elettori, infatti rimarrà lì, nella sua penombra, un’altra operazione cara al SISTEMA senza autore, l’ennesimo favore tra i tanti disseminati di ideologie che è la nostra storia cittadina, non solo recente. Nessun segretario che tenga al suo elettorato potrebbe peccare di magnanimità verso uno come Buzzanca: il fantasma politico di quella Messina finita a cinque centimetri dal dissesto e salvata miracolosamente dal Governatore Rosario Crocetta. Quella stagione politica è morta e andrebbe giustamente sepolta senza troppa gloria. Come? Ovviamente non candidando più il signor Buzzanca.