RADIO ZANCA: Il futuro dei messinesi nella marketta

Come si fa a non essere indignati osservando le cose che accadono a Messina. Innanzitutto c’è un sistema decisionale che non funziona, con la politica che non è capace di garantire nemmeno i bisogni più elementari dei messinesi. Le colpe sono evidenti ma non si avviamo azioni di responsabilità: e come si fa a non incavolarsi? Tanti bei progetti ritardati o bloccati senza ragione, perché si preferisce perdere tempo con beghe strettamente personali. Forse le cose vanno così male da queste parti anche perché ognuno tende a farsi i propri interessi e non quelli della comunità. Basta con il falso ecologismo che permette ai palazzinari di cementificare ovunque e dovunque; basta con la finta solidarietà che lascia da soli gli anziani e le fasce deboli per garantire miniere d’oro ai baroni della carità: troviamo strano che si spendano milioni di euro per i servizi sociali e alla fine si scopre che non funziona nulla perché si premiano i furbi piuttosto che la qualità dei servizi stessi. E sappiamo pure che questi mali sono da ricercare nell’andazzo generale del SISTEMA MESSINA e che non sarà votando questo o quel paladino locale che la situazione migliorerà. La legge dovrebbe tutelare il bene comune ma non aiutare chi si oppone a tutto per alzare solo il suo prezzo. Servizi sociali, smaltimento dei rifiuti, recupero crediti, riqualificazione water front… altri elenchi ancora di potenziali operazioni che fanno gola al potere: il bene collettivo non è monopolio della Lobby dello Stretto. Si andrà tra pochi mesi al voto per scegliere il nuovo sindaco ma la nostra sensazione è che la Messinesità non abbia ancora un progetto elettorale in cui credere. Chi ha responsabilità sembra non avere idee e, soprattutto, non avere fiducia nelle possibilità e nelle capacità di persone a lui vicine, magari perché negli anni ha preferito i cortigiani ai migliori e sarebbe interessante capire se questa mania della classificazione al peggio, se questa tassonomia della foresta dei legni storti è una dura denuncia o, viceversa, denuncia il piacere perverso di porli in lista. La città è allo sbando ma non vediamo soluzioni nei nomi per il momento in pista per la carica di sindaco. E le primarie (destra o sinistra, poco importa) comunque non sono la certificazione del merito in assoluto. Abbiamo una mancanza di conoscenza dei nostri diritti che non facilita il rinnovamento: in troppi campi la selezione non è basata sul merito, bensì sulle markette. E non scandalizzatevi a convenienza solo quando si tratta degli affari del Cavaliere: pure da queste parti esistono le escort istituzionali come i biondini di palazzo. Ma non leggiamo di inchieste né di adunate in piazza.