RADIO ZANCA: Nania & Buzzanca, creare il caos non può essere un peccato veniale

Fuori dalle liste Mimmo Nania e Peppino Buzzanca! Non si tratta di un sogno ma della realtà. E pensiamo di poter rassicurare tutti sul fatto che non è scoppiata la rivoluzione civile nella politica ma la rinegoziazione di un patto dopo tante batoste. Come dimenticare le sconfitte elettorali a Milazzo, Barcellona e la caduta della Giunta a Messina? Come giustificare tante di quelle uscite pubbliche che ai più sono sembrate frutto di una vanità senza confine? Fossero rimasti in silenzio quando la situazione lo imponeva… invece no. Sempre a spararle grosse. Sempre a deridere l’avversario procurando così gravi perdite al Sistema. Stiamo parlando di una organizzazione bipartisan che gestisce la vita politico – amministrativa nello Stretto. Un comitato d’affari a cui fa gola il potere e che non può accettare che qualche pedina metta in serio pericolo la stabilità della stessa organizzazione con decisioni errate, come capitato spesso negli ultimi anni. E così, nel rimescolare le carte, pardon le poltrone, a restare in piedi sono rimasti Mimmo & Peppino. Possibile? Capita quando si fanno i conti senza l’oste; capita se si tira la corda con il Sistema: quando prometti e non mantieni il Sistema ti mette alla porta, ovvero ti mette fuori dalle liste. Per affrontare un tema così delicato come la caduta da cavallo di Nania e Buzzanca non basta certo un’animosa seduta del Consiglio comunale, né una riunione dei colonnelli del Pdl, bisogna calarsi nel profondo delle nostre coscienze e giudicare se certe scelte di Nania e Buzzanca rientrano nel peccato veniale. Chiunque si trovi nella condizione, fortunata o sfortunata in relazione ai punti di vista, di non dover mai dare conto del proprio operato agli altri non s’interroga sul perché sopravvive e quando questa delizia finirà. L’arrogarsi il diritto di decidere per tutti non aiuta; avere per fidi consiglieri degli yes man neppure. Chi comanda dovrebbe avere sempre l’umiltà di ascoltare coloro che non la pensano allo stesso modo. Una persona intelligente non premia gli incapaci, non regala opportunità ai mediocri, non spreca risorse per favorire un cortigiano del suo staff. Per carità, la politica è fatta anche di cortigiani e cortigiane, di raccomandati e marpioni e le mele marce non sono solo nel cestino di destra, però a tutto c’è un limite. Si dovrebbe avere un pizzico di pudore per non superarlo: un valore che se non può essere un dettaglio trascurabile nella vita di una persona, figurarsi in quella di un politico che aspira a determinare i destini di una comunità. Di una Nazione. Questo significa che non esistono cittadini cui si deve rispetto e altri che si possono ignorare: la Legge deve valere per tutti. Le opportunità devono valere anche per coloro che non sono dei fedelissimi: quando si amministra bisognerebbe far prevalere il bene collettivo piuttosto che quello strettamente affaristico o clientelare. Nania e Buzzanca oggi – a liste chiuse – dovrebbero prendersela con se stessi piuttosto che agitare fantasmi e ipotizzare complotti perché la miseria umana circonda molte dello loro scelte. E’ anche per colpa loro, ma non sono gli unici colpevoli – se molte famiglie oggi affrontano situazioni drammatiche nel più totale silenzio e abbandono della politica.