Da chi dipende il Ragioniere Capo di un Comune? La domanda mi pare legittima, perché, da una lettura della relazione della Corte dei conti sulla situazione finanziaria e gestionale del comune di Messina, risulterebbe evidente anche a un bambino la vergognosa responsabilità del Dirigente Capo dell’area coordinamento economico finanziaria quanto meno nella copertura dei guasti di sistema dell’Ente.
Per chi non avesse la voglia e lo stomaco di leggerla, lì si dicono fondamentalmente tre cose:
– I debiti fuori bilancio, cioè quelle spese fatte fuori dalle procedure di legge, già accertati, e alla base del piano di rientro predisposto dall’Ente, erano stati indicati in misura minore di quanto già invece censito e riconosciuto !!!
– Il Dirigente era già a conoscenza di nuovi debiti il cui riconoscimento, ahimé, era un fatto più che prevedibile, per cui avrebbe dovuto indicarne l’esistenza se non negli atti contabili, quanto meno nelle relazioni che li accompagnavano;
– I bilanci dell’ente sono disallineati con quelle delle partecipate. E chi doveva interessarsi all’allineamento se non il dirigente del comune, cioè della controllante delle partecipate ?
Ebbene, in qualsiasi società di diritto pubblico o privato, il dirigente sarebbe stato licenziato o quanto meno sospeso. Quando c’è un simile disastro abbiamo l’obbligo di provare a cambiare qualcosa. E spererei che non si assuma obbligatoriamente un ultrasessantenne o si richiami dalla pensione qualche ottuagenario suonato, come già fatto in passato non solo dal Comune ma da tante delle sue partecipate.
Non mi risulta che nessuno dei manager uscenti dal pubblico, a Messina, abbiano mai svolto attività nel privato, dove il merito è più importante delle amicizie politiche.
La domanda non è quindi se licenziarlo ma chi deve farlo ? si tratta di una di quelle posizioni apicali che dipendono sono da se stessi.
Non vedo altra soluzione che una “class action”: una causa da parte dei 300.000 cittadini messinesi per i danni economici che ognuno di essi ha ricevuto grazie all’operato di tale scienziato. Da legale, prenderei certamente l’incarico.
Torniamo agli amministratori e sul perché mi sia parso più opportuno stigmatizzare la incompetenza, se non il dolo, del dirigente.
E’ evidente che i politici delle ultime generazioni, di qualsiasi colore, abbiano mal governato, ma c’è un dato sopra tutti su cui forse dovremmo riflettere: la stessa relazione dice che il comune non riesce a coprire con le entrate correnti (tributi) le entrate correnti (personale, energia elettrica etc….). cosa fare se non si riescono a aumentare le entrate ? bisogna forse licenziare . Ma lo vogliamo veramente ?
Gli amministratori ce li scegliamo noi, votiamo quelli che ci spiegheranno come ridurranno le spese correnti, invece di riportare crediti tributari inesistenti in bilancio.
Commenteremo insieme i capitoli dei programmi elettorali dei prossimi candidati dedicati alla riduzione del personale, circa 3000 persone. Ho paura che non saremo molto impegnati…
Bernardo Forteza