Nel voto per le Politiche del 24 e del 25 febbraio, la Sicilia si rivelerà ancora una volta determinante per l’attribuzione della maggioranza al Senato alla coalizione vincente. Mentre, ad oggi, Bersani avrebbe a livello nazionale un margine sufficiente per la vittoria alla Camera, la sfida per Palazzo Madama – basata sui premi regionali – si giocherà prevalentemente in Lombardia ed in Sicilia, le due regioni maggiormente in bilico, nelle quali l’Istituto Demopolis registra una situazione di sostanziale parità tra i due maggiori schieramenti.
“La profonda crisi economica che ha colpito le famiglie ed il tessuto produttivo dell’Isola – afferma il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento – non potrà non incidere sugli esiti della competizione elettorale. Sia pur ridimensionato rispetto ai mesi scorsi, il tasso di astensionismo e di incertezza in vista del voto risulta in Sicilia molto alto: circa un terzo degli elettori potrebbe restare a casa. Appena il 58% dichiara di aver già compiuto una scelta definitiva su un partito. Il 23% non ha ancora deciso; il 19% esprime un’intenzione di voto, ammettendo però che potrebbe cambiare idea prima del 24 febbraio. A rendere ancora più evanescente il consenso – conclude Pietro Vento – contribuisce il “Porcellum”, la legge elettorale in vigore con le liste bloccate”.
Il 45% dei cittadini orienterà infatti la sua scelta di voto prevalentemente sul candidato Premier o leader della coalizione; circa un terzo sceglierà il partito, appena il 23% si orienterà in base ai candidati in lista per la Camera o il Senato a livello locale. Se ci si recasse oggi alle urne, il Movimento 5 Stelle, con il 21%, sarebbe il primo partito in Sicilia: ben cinque punti sopra l’attuale media nazionale. Grillo appare in grado di intercettare l’insofferenza di buona parte degli elettori che sembrano premiare l’assoluta contrapposizione agli schemi tradizionali della politica.
L’Istituto Demopolis ha analizzato il peso delle principali coalizioni in Sicilia a 25 giorni dall’apertura delle urne. Nelle intenzioni di voto per la Camera, il Centro Sinistra si attesta oggi al 29,5%, il Centro Destra al 29%: una sostanziale parità. Al 21% si posiziona il Movimento 5 Stelle; al 13% la coalizione per Monti, al 5,6% Rivoluzione Civile di Ingroia. In un clima di grande incertezza – sostiene Pietro Vento – è molto alto il numero di quanti prendono per il momento in considerazione più di una lista. Significativo appare, dunque, il bacino potenziale dei diversi schieramenti: le coalizioni di Bersani e Berlusconi potrebbero entrambe raggiungere nell’Isola il 36%. Grillo il 30%, l’area di Monti il 21%, Ingroia il 9%. Il consenso verso molti partiti appare oggi estremamente liquido ed instabile. Saranno come sempre gli elettori indecisi – conclude il direttore dell’Istituto di Ricerche – a determinare l’esito finale della competizione elettorale”.
È una fotografia, quella scattata oggi dal Barometro Politico dell’Istituto Demopolis, destinata ad essere profondamente modificata da 25 giorni di campagna elettorale. Decisivo potrebbe rivelarsi il risultato della lista del presidente della Regione Rosario Crocetta. In costante mutazione risultano, ad esempio, il consenso al M5S e, in particolar modo, il voto alla Lista Monti, la cui coalizione appare in Sicilia tendenzialmente più debole al Senato rispetto al consenso ottenuto alla Camera.
Sulle base delle ultime stime sulle intenzioni di voto, Demopolis ha realizzato una simulazione sull’assegnazione dei 25 seggi al Senato nell’Isola: determinanti per la futura maggioranza del Paese. Centro Sinistra e Centro Destra avrebbero oggi possibilità quasi equivalenti di conquistare il premio di maggioranza in Sicilia. In caso di vittoria, la coalizione vincente otterrebbe 14 seggi, quella perdente 5. In base alla proiezione Demopolis, 4 senatori andrebbero al Movimento 5 Stelle, 2 alla Lista Monti per l’Italia.