Maurizio Fallico, 41 anni, dipendente dell’Università di Messina, è stato confermato segretario generale della Cisl Università di Messina dal III Congresso della Federazione che si è tenuto questa mattina presso l’Aula Consulta della Camera di Commercio. Eletti in segreteria Salvatore Tanania, ricercatore universitario presso l’AOU Policlinico, e Silvana Interdonato, dipendente presso il CARECI. In un congresso caratterizzato dalla partecipazione dei candidati alla carica di Rettore, i lavori sono stati aperti dalla relazione del segretario generale uscente Maurizio Fallico che ha evidenziato come “vi sia la necessità, in questo particolare momento che sta vivendo il sistema universitario, di fare sinergia nel rispetto dei propri ruoli, evitando di alimentare inutili e sterili polemiche, avviando un percorso costruttivo con l’obiettivo di assicurare una prospettiva di crescita e sviluppo all’Ateneo. Il metodo da utilizzare – ha detto Fallico – va individuato nella concertazione, intesa come condivisione degli obiettivi e impegno politico alla soluzione dei problemi. Vorremmo continuare a confrontarci su Politiche, Progetti e Programmi, ritenendo che condivisione e partecipazione politica del Sindacato alle scelte strategiche per l’Ateneo, sia garanzia per la loro stessa bontà e praticabilità. Ecco perché abbiamo scelto per questo congresso lo slogan: “Impegno e Partecipazione nell’Università che cambia”. La Cisl vuole continuare a essere un riferimento per uomini e donne che vivono il proprio lavoro come contributo a una stagione di crescita e rinnovamento, disinteressati alla prassi della co-gestione e attratti invece dalla concertazione che rivendichiamo come unico metodo per lo sviluppo dell’Ateneo. Il processo di rinnovamento – ha continuato il segretario della Cisl Università -, avviato sulla spinta della Legge Gelmini, necessita di un completamento funzionale agli obiettivi strategici che si intendono perseguire, sottraendolo all’improvvisazione, e impegnando tutti i principali attori ad una attenta programmazione che individui la strada giusta da intraprendere. Non possiamo vivere sempre di continue emergenze che frenano lo sviluppo, dobbiamo evitare di inseguirle e trasformarle in consuetudine”.
“La CISL, infine, – ha detto Fallico – non giudica negativa qualsiasi ipotesi di differenziazione del merito, ritiene invece che questa modalità vada attivata solo nel momento in cui si attui, così come nello spirito della riforma della P.A. introdotta con il D.lgs 165/2001, ad operare la giusta distinzione tra il ruolo politico e quello amministrativo, abdicando al sistema centralistico teso al controllo piuttosto che alla naturale gestione ed attribuendo alla classe dirigente degli obiettivi strategici su cui operare per attuare una vera selezione tra il personale in presenza di obiettivi chiari e misurabili, effettuando un continuo monitoraggio sull’andamento gestionale”.
Il Congresso è stato caratterizzato dalla presenza di quattro dei cinque candidati alla carica di Rettore che sono intervenuti nel corso del dibattito.
“Si è affievolito il rapporto con il territorio – ha detto nel suo intervento il prof. GiovannI Cupaiuolo – assistiamo a una crisi a livello generale che ha investito il nostro paese. Bisogna reagire e l’università può rappresentare un elemento fondamentale in questo contesto. L’Università di Messina ha, al suo interno, le forze per essere un motore guida per il contesto urbano messinese che, a sua volta, si aspetta molto da questo Ateneo. In passato ci sono stati momenti difficili ma dobbiamo guardare avanti. Messina deve sentirsi orgogliosa di questo Ateneo che deve interagire strettamente con il territorio. Intendiamo proiettarci in un contesto più ampio, ma la forza propulsiva deve venire da qui. Auspico un rapporto stretto con sindacati e forze istituzionali, che devono essere più vicine all’università così da fare sistema insieme per uscire dalla crisi. Ancora non siamo in campagna elettorale perché le elezioni non sono state indette – ha esordito invece la prof.ssa Adriana Ferlazzo – però secondo me si deve ripartire da una grande collaborazione, da una alleanza tra personale docente, personale tecnico-amministrativo e studenti, affinchè l’Università ritrovi la sua forza attrattiva per andare avanti e rilanciarsi sulla scena nazionale e internazionale. Purtroppo abbiamo una marcia in meno rispetto ad altri Atenei perché ci troviamo in un tessuto produttivo più scarso a quello di cui possono godere altre Università. Ma siamo pronti ad offrire nuove forme di collaborazione, offrendo competenze e innovatività alle imprese che ci sono per un rilancio complessivo del territorio”.
“Si deve ripartire dalla capacità di fare sistema – ha detto invece il prof. Antonio Romano – gli universitari sono abituati a pensare in termini di proprio orticello, di cattedra come punto focale dei loro interessi. Oggi il punto focale non sono più la cattedra, il dipartimento, la facoltà ma deve essere l’università nel suo complesso. Noi oggi operiamo come Ateneo nel suo complesso e non più singolarmente. Il rapporto con il territorio è fondamentale. Ma l’Università deve offrire occasioni di apertura, non deve appiattirsi sul territorio ma deve essere occasione per il territorio di rilancio e apertura al mondo”.
“Più che voltare pagina bisogna cambiare libro – ha sottolineato, in chiusura, il prof. Giuseppe Vita –L’ultimo documento del CUN fotografa la grande criticità degli Atenei italiani. Negli ultimi dieci anni abbiamo perso il 22% di docenti, il 16% degli studenti. L’Italia è terz’ultima su 36 paesi Ocse per numero di laureati. Ripartire da una profonda autocritica per affrontare i problemi enormi che abbiamo davanti. Bisogna, quindi ripartire con entusiasmo, con condivisione, con regole e norme nuove”.
Arrivato a fine mattinata, perché impegnato nella riunione del Senato Accademico, il prof. Pietro Navarra che in precedenza aveva inviato una lettera ai delegati del Congresso.
“L’Università di Messina – ha detto il prof. Navarra – deve partire dal puntare sulle persone, siano esse docenti, ricercatori, personale tecnico-amministrativo, studenti. Sono le persone, le loro capacità, la vera energia dell’Università. La macchina amministrativa dell’Università di Messina deve riorganizzarsi puntando sull’autonomia e la responsabilità. Sono due aspetti che vanno di pari passo e, insieme alla riorganizzazione dell’Ateneo, impediranno blocchi decisionali e garantiranno una chiara affermazione del merito. L’eccellenza deve essere il buon esempio, e lo sviluppo di qualsiasi realtà universitaria e territoriale che gli sta attorno. L’Università può fare moltissimo perché mettendo in luce le eccellenze queste diventano i buoni esempi da imitare. Le eccellenze ci sono tra gli studenti, tra i docenti, tra il personale tecnico-amministrativo. Bisogna andare a scoprirle, metterle in luce e dare spazio per tenerle da esempio”.
“L’Università sul territorio può rappresentare una grande opportunità – ha detto il segretario generale della Cisl di Messina, Tonino Genovese – non solo di crescita culturale e formativa, ma anche per idee, approfondimenti, stimoli e affrontare i nodi deboli. L’Università è anche un fortissimo volano occupazionale per il nostro territorio, ancora di più vista la presenza del Policlinico. Ci sono città, una su tutte Boston, che fonda la propria esistenza sulla presenza di Università sul territorio. Messina ha questa opportunità, che deve sfruttare, valorizzare. Messina città universitaria da cui devono partire eccellenze, non solo per gli altri territori ma soprattutto per il territorio messinese. E’ fondamentale, quindi, il ruolo che l’Università deve svolgere nei prossimi anni. Ci dispiace che proprio oggi il Magnifico Rettore ha ritenuto dover convocare in concomitanza il Senato Accademico, che ci ha privato della sua presenza ai nostri lavori. Noi non vogliamo o possiamo misurarci o ritenerci concorrenziali con una istituzione come l’Università, ma avremmo gradito una maggiore attenzione nei confronti di una organizzazione sindacale come la Cisl che è sempre stata al fianco dell’Università, condividendo anche scelte importanti. Da questo congresso, l’Università di Messina da questo congresso, da queste iniziative, deve trarre spunto, stimolo, perché diventi nodo focale non un luogo distante dal territorio messinese. Che sia un luogo aperto per valorizzare la crescita e la capacità di questo territorio di fornire cultura, che può portare anche tanta economia”.