La corsa al sindaco di Messina è un film ricco di suspanse e di ironia ma con qualche caduta di stile nella costruzione dei protagonisti. Palazzinari, gruppi finanziari e movimenti civili continuano a sfornare candidati a iosa ma siccome non è farina del loro sacco le variabili sono parecchie a iniziare dal terremoto Grillo. L’unico capace di portare alla resa un sistema clientelare altrimenti intoccabile. Su un punto convengono quelli che si occupano di politica locale: centro destra, centro sinistra e movimenti non hanno i numeri per il momento per vincere da soli contro Grillo. E non crediamo neppure che il suo partito – blog abbia interesse a fare alleanze con Renato Accorinti: perché dovrebbe sostenerlo e aiutare i suoi fedelissimi talebani a conquistare il potere? I messinesi sono delusi, incazzati e poveri ma ciò non giustifica mettersi sotto il dominio di un Dittatore telematico! La politica è democrazia, il resto è fantascienza primarie o non primarie. Non vorremmo apparire duri né pessimisti a oltranza, ma sembra che si sia persa la ragione dopo tante conferenze programmatiche. PD e PDL sono al palo: per contrastare Grillo occorrono programmi ma soprattutto candidati un po’ più decenti dei precedenti. Il sindaco dovrà avere carisma e preparazione e le primarie non sono certamente la strada più idonea per arrivare alla vittoria. Eleggendo il sindaco migliore potremo, forse, anche prefigurare le maggioranze o le minoranze di opposizione. Messina ha necessariamente bisogno di punti fermi e uomini credibili dopo che Grillo e i talebani locali hanno accusato i politici di essere morti e sepolti. E’ arrivato il momento di fare delle scelte: Francantonio Genovese e Gianpiero D’Alia se davvero vogliono amministrare (bene) la città escano allo scoperto con un nome credibile e condiviso. Basta con i burocrati di partito a cui manca la personalità vincente, apriamo ai creativi. Per far questo non dovremo più trovarci di fronte alle sorprese dei giri di valzer tra partiti (ieri avversari e oggi amici fraterni) e neppure più sorbirci interminabili crisi e balletti per le cosiddette verifiche. Si dovrebbe anche avere finalmente un po’ di responsabilità "visibile": se le cose andranno bene sapremo chi plaudire, se andranno male, chi penalizzare (sempre che se ne abbia la voglia e l’interesse). Il discorso ovviamente vale anche per il PDL o quel che ne resta. D’accordo che il magico recupero di Berlusconi alle Politiche ha permesso a qualcuno di non rimanere a spasso ma questo non autorizza quel qualcuno a ritenersi capo assoluto del futuro dei messinesi. Ma se è vero che le ingegnerie elettorali possono lasciare il tempo che trovano, è altrettanto vero che senza regole nuove è difficile cambiare l’andazzo in città. Non vogliamo fare un elenco dei rischi che la vecchia politica clientelare ci fa correre per risanare il Bilancio e che priva i cittadini dal piacere di sognare in grande: sarebbe forse troppo lunga la mappatura delle negatività. Vorremmo solo fermare l’attenzione su un punto che ci pare non secondario: come garantirsi contro le mode elettorali (GRILLO, ACCORINTI, RESET… ecc)) e contro le apparenze. In poche parole come evitare di avere domani disoccupati per strada per mancanza di idee da parte della politica: amministratori bravissimi a sorridere, conosciutissimi come burocrati o come abilissimi presenzialisti nei dibattiti televisivi. I più gettonati sono purtroppo spesso i più scarsi. Basta con questa burla elettorale che premia chi è utile alla LOBBY DELLO STRETTO! Che fare per sapere che cosa i candidati vogliono fare, e quindi che fare per poter scegliere, decidere al di là di ciò che appare? L’unica salvezza per Messina è votare per gente che provi un po’ di vergogna nel fregare il prossimo e che se sbaglia lo ammetta per primo. Insomma, dobbiamo costringere i candidati a scoprirsi sul piano delle idee, dei contenuti. E se primarie devono per forza essere che siano sfide tra i migliori e non occasione di comparsate per mezze figure elettorali. Chissà, magari faranno digerire anche un dissesto di Bilancio.