RADIO ZANCA: LE PRIMARIE CHE DIVIDONO NON SERVONO AL PD

Che cosa davvero sia accaduto durante le fasi della direzione messinese del Pd non verrà mai fuori: le due fazioni – primarie sì, primarie no – ovviamente riportano versioni discordanti, ma è chiaro che nella patria del bilancino qualcuno è di troppo o non ha capito come funziona la politica. Il candidato a sindaco non è roba per tutti e fantocci, televendite, aperitivi e pasticcini non possono convivere con programmi e carisma da leader. E’ normale che alla fine se non si trova l’accordo, si litiga. O per dirla alla Francantonio Genovese, si discute come nelle migliori democrazie partecipative. Primarie sì, primarie no, questo il dilemma. La nostra idea è chiara: non servono a nulla o meglio servono solo a far vincere Grillo. Amici del Pd, ci vuole il candidato non una corsa folcloristica dove ognuno si ritiene il cocco/a di Genovese. Il fatto è che con molta probabilità il candidato sarà il prodotto dell’accordo tra Pd e Udc, Genovese e D’Alia, e dunque non uno del Pd ma uno sul quale scommettono un po’ tutti. Chiaro? E dunque non può mettersi in discussione con i Grioli, i Russo, i Quero e compagnia danzante. Quella che molti spaccerebbero per democrazia partecipativa altro non è che una politica in decomposizione e non va bene per risanare Messina. Il candidato deve essere autorevole, creativo, propositivo ma soprattutto capace di amministrare con logica la città. Le primarie sono un terno al Lotto e non sempre aiutano a fare emergere il più meritevole. Ragionate con noi: che cosa porta a mettersi in lista per le primarie burocrati, generali, potenti, organizzatori di feste, novelli agricoltori? Certo: il bene collettivo. Ma sicuramente la ricerca di un posto al sole: vanity people! L’afflusso dei candidati illustri per concorrere alla corsa è cresciuto da quando c’è la guerra del pane e.. del vino. Non sono soltanto pacifisti, o capitani d’industria pentiti. Sono politicanti di altre parrocchie attratti dalla fama di Palazzo Zanca, studiosi affascinati dalla figura di Genovese, uomini di fede sfascista per nulla disposti a rinunciare ai loro principi ma disponibili a confrontarli con quelli altrui. Il santo Francantonio non fa miracoli però li promette. Francantonio non guarisce ma unisce destra e sinistra sotto lo stesso cielo. E il segreto non è solo l’amore per Messina, né la paura della crisi; sono i posti nei consigli d’amministrazione. Ma tra loro c’è pure qualche anima pia. Ed ecco spiegato il motivo del litigio tra fautori delle primarie e fautori della scelta forte per il bene di Messina. Tocca al priore Francantonio decidere e siamo certi che l’abbia già fatto. La sua severità, e la sua peculiare dottrina della pace produrranno il candidato idoneo a conquistare il cuore di tutti i messinesi e subito dopo il Comune. Per il momento si litiga, d’accordo ma nel giro di qualche settimana sarà festa e gioia per tutti nel nome di Messina. E’ scritto da qualche parte: beati gli operatori di pace. Significa che occorre costruire le condizioni della politica: verità, giustizia, libertà. Primarie sì, primarie no? Senza democrazia non si può vivere ma con l’anarchia non si costruisce un bel nulla!