Il segretario generale della Cgil di Messina, Lillo Oceano, individua come "buona prassi" il metodo concertativo adottato nella vicenda Atm tra Amministrazione commissariale e Organizzazioni sindacali, invita a riutilizzare il medesimo meccanismo nella riorganizzazione dei servizi pubblici locali e delle partecipate, sottolineando come proprio i servizi pubblici siano elemento centrale nell’individuazione del reddito di un territorio e non un mero costo.
"Il confronto che si è aperto tra la Gestione commissariale del Comune di Messina e il Sindacato sul riassetto dell’Azienda trasporti e il rilancio del trasporto pubblico locale e della mobilità nella nostra città costituisce un’occasione decisiva per provare a ripensare il modello organizzativo delle partecipate e il funzionamento dei servizi pubblici locali in direzione dell’efficienza, della economicità, dell’interesse dei cittadini- scrive Oceano-.
Come sembra emergere dal primo scambio di opinioni, se la disponibilità al confronto delle Amministrazioni è reale e viene svolta con la necessaria apertura, si possono individuare soluzioni migliori e, come dimostra il documento presentato da CGIL CISL UIL, anche il sindacato avanza proposte nel merito delle soluzioni organizzative assumendosi la responsabilità della tutela del lavoro e, contestualmente, la salvaguardia dell’interesse generale. Infatti, se per chi fa il sindacalista è scontato, non appare mai banale ribadire la circostanza che l’interesse generale, soprattutto nel caso di servizi pubblici, riguarda sempre le condizioni di chi lavora e di chi è pensionato. Possiamo anche sottolineare come il buon funzionamento dei servizi pubblici, ma già la presenza di servizi pubblici locali, costituisca un rilevante fattore di accrescimento del PIL e quindi anche di reddito, in un territorio, a maggior ragione nelle aree con minori insediamenti produttivi, come il Mezzogiorno italiano. Nella nostra città i servizi pubblici locali, nonostante costituiscano una quota significativa di occupazione e assicurino prestazioni indispensabili, funzionano male. Riorganizzare il settore è tra le sfide principali che bisogna raccogliere per provare a risollevare le sorti di Messina. L’auspicio è perciò quello di procedere rapidamente con la riorganizzazione dell’Azienda trasporti e adottare una parte significativa degli adempimenti in poche settimane. Per cominciare, prima possibile, a restituire ai messinesi una città con una idea coordinata di mobilità sostenibile, zone e aree di parcheggio funzionali, un trasporto pubblico moderno ed efficiente, capace di rispondere ai bisogni delle persone, una azienda economicamente sana, ricercando un netto miglioramento della qualità della vita, l’utilizzo sempre maggiore delle fonti di energia rinnovabile nella mobilità urbana, la riduzione dell’inquinamento atmosferico e acustico Con lo stesso metodo e con la medesima disponibilità è necessario avviare una profonda riorganizzazione delle altre partecipate – Messinambiente e Amam – per riordinare i servizi, anche in questi settori, in una logica di tutela dell’occupazione, salvaguardia e rispetto dell’ambiente e delle risorse naturali, diminuzione dei consumi idrici e soprattutto delle perdite della rete, riduzione dei rifiuti e riuso dei materiali, riciclo e rivalorizzazione della risorsa rifiuti, efficienza, efficacia, trasparenza, economicità. Esigenze analoghe, ma in una logica e contesto differenti, richiedono un intervento deciso nel settore dei servizi sociali. Bisogna riorganizzare l’offerta sulla base dei bisogni attuali, garantire prestazioni adeguate, dare stabilità, soprattutto occupazionale e retributiva, ad un settore nel quale, da oltre un decennio, le fibrillazioni costituiscono il viatico quotidiano. In questo caso esistono diverse possibili soluzioni, sulle quali è possibile confrontarsi, una considerazione dovrebbe, tuttavia, essere condivisa: le modalità, e le procedure di affidamento alle cooperative, l’organizzazione dei servizi, i controlli svolti, i tempi burocratici, insomma il funzionamento di questo sistema per come è stato concepito sino ad oggi, non è stato, nella stragrande maggioranza dei casi, idoneo ad assicurare qualità dei servizi, diritti dei lavoratori tutela sociale. Diventa pertanto condizione irrinunciabile per tutti – lo è per la CGIL – che vengano individuate soluzioni organizzative che assicurino servizi sociali capaci di dare le diverse risposte che servono alla nostra collettività, certezza occupazionale e continuità retributiva ai lavoratori, assolvere alla funzioni redistributiva e di promozione necessarie ad assicurare l’uguaglianza sostanziale delle persone. Questi obiettivi sono raggiungibili se si darà continuità, anche da parte della prossima amministrazione, ad un confronto aperto, con una reale disponibilità al cambiamento, se la politica sarà capace di assumersi la responsabilità di compiere scelte nette e indicare direzioni chiare, se contestualmente si individueranno soluzioni capaci di tenere le clientele e le lottizzazioni fuori dalle attività di gestione, se prevarrà l’interesse generale.
Ma soprattutto se i servizi pubblici locali torneranno a essere considerati una componente economica fondamentale di accrescimento del reddito di un territorio e non un costo da tagliare".