RADIO ZANCA: Pippo Isgrò, quando la cura è peggio del male

Operare senza regole certe è il mestiere più difficile e faticoso ma la classe politica messinese sembra farsene una regola: quando vuol concepire una “porcata” va in vacanza lasciando così spazio ai dilettanti. Sarà per questo ma non solo, che la corsa alla poltrona di sindaco diventa così terra di conquista di mestieranti e mediocri – problema di tutti gli schieramenti – mentre quelli più bravi preferiscono starne fuori, giustamente: mai dare credito a luoghi invasi da politicanti da bar e pagliacci. Più che di discussioni di alta levatura morale ed etica, si tratta di un fritto misto di sarcasmo e luoghi comuni. Ogni giorno una lista di “saranno famosi” che spingono per farsi largo, non è un gran spettacolo, non è quello che serve ai cittadini alle prese con emergenze e precarietà. La cura è peggio del male: prova ne è la strada indicata dall’ex assessore della GIUNTA BUZZANCA, Pippo Isgrò che invece di prendersi una vacanza (!) rilancia la sua idea di città. Se ci passate la battuta, per alcuni la politica è come il viagra ma quello che può andare bene per Isgrò non è utile per il resto della comunità. Poco ma sicuro. La sua esperienza assessoriale è stata disastrosa, però invece di farsi da parte, ci riprova. Bah, non c’è limite al ridicolo. Paese, Regione, città. La politica è davvero una stanza di personaggi in cerca d’autore se persino Pippo Isgrò trova, nonostante i disastri, le folcloristiche iniziative, le brutte figure quotidiane, qualcuno che gli dà retta e… fiducia mettendoci la faccia. La stanza delle verità truccate, sarebbe la definizione più elegante commentando l’esperienza precedente dell’assessore “paletta e secchiello”. Cammino politico il suo che ha coinciso con il commissariamento di Messina, i debiti arrivati alle stelle al punto che oggi il dissesto è dietro l’angolo. Non per colpa solo dell’ex assessore Isgrò, per carità, non per colpa solo del sindaco Buzzanca, certamente: per fare pasticci così imbarazzanti ci vuole la disarmante gestione di più protagonisti. Qualcuno per fortuna sembra volersi fare da parte, ma non basta. Vista la recente esperienza amministrativa chiunque con un pizzico di buon senso certamente non si ricandiderebbe neppure al condominio, figurarsi a guidare il Comune. E mentre si attendono lumi sul Bilancio – si deve gestire uno dei momenti amministrativi più imbarazzanti di sempre, verrebbe voglia di sventolare i vecchi ritagli della vita politica di Isgrò, compresa la sua vicinanza al deputato Roberto Corona prima e a Peppino Buzzanca poi: il problema della cattiva politica non è questione di campanile. No, la politica non può essere usata come fosse il viagra, ci deve essere altro a guidare gesti e movimenti. Un sindaco deve essere qualcosa di molto elevato, un punto fermo e non una vela in mezzo al mare in tempesta. Esiste un’indagine della Procura di Messina sui conti in rosso di Palazzo Zanca e sarebbe giusto che si volti pagina sul serio. Per salvare la città dal dissesto economico ci vogliono etica e valori. Di più, occorre alzare l’asticella, non abbassarla per far passare anche i nani della politica. Niente di personale con Isgrò, ma dare retta ai suoi progetti è fuorviante e non aiuta Messina. Basta con il circo della vanità, basta con improbabili assessori che annoiati dalla quotidianità scendono in politica: non è un party né una tombolata di beneficienza. Forse, visti i guai cittadini, sarebbe il caso di dare fiducia a chi è in grado di guidare Messina verso la giusta rotta. Altrimenti è il disastro. Dateci retta, cancelliamo la vecchia classe dirigente. Salviamoci prima di annegare: adesso o mai più.