Povero Francantonio Genovese, come lo hanno maltrattato dopo le primarie i suoi discepoli messinesi. Lo hanno accusato di “lettura egoista” della città, di non essersi occupato di servizi sociali, di cultura, di riqualificazione urbana, di precariato, di avere addirittura una visione servile della nuova generazione, lo hanno persino incolpato, è questo è il colmo, di aver manipolato il consenso popolare. In parole semplici, i voti di Mister G sono infetti e quelli dei suoi ex discepoli, tutti buoni e profumati. Facendo due calcoli, al volo, abbiamo scoperto che il Pd messinese possiede all’interno del suo gruppo chi è il male e chi la divina provvidenza. Per certi versi ci sembra una gran cosa, per altri ci terrorizza: se il nostro futuro dipende dal nuovo che avanza nel Pd messinese siamo spacciati! Ma cosa ha commesso di tanto esecrabile Mister G? Nulla di così scandaloso ha esercitato il suo diritto di fare politica alla messinese, che poi è il buonismo che tutti cercano: un colpo al cerchio e uno alla botte. Una carezza al Sistema e una promessa alla sinistra. Una comparsata a destra e una spintarella al rivoluzionario da bar. Tutti noi abbiamo il nostro bagaglio, fatto di limiti e risorse, gioie e dolori e il diavolo Genovese cerca solo di amministrare quel che la società gli offre su un piatto d’argento: l’anima. Prima delle primarie di Mister G, del suo prezioso lavoro, non potevano (tutti!) che dire bene. Chi pescava nella formazione, chi negli oneri riflessi, chi negli incarichi di partito e tutto quello che produceva Genovese era profumato, tanto da invitarlo pure al proprio matrimonio… Succede però, che prima o poi le persone – specie i mediocri – escano al naturale, si abbandonino ai luoghi comuni, parlino di cose che conoscono poco, cedano alla chiacchiera colta, con tutti i pregi e i vizi della chiacchiera. Leggere il declino di Messina come reato da attribuire a Genovese è un azzardo pericoloso che distorce la realtà. C’è un SISTEMA a capo di tutto che conduce, recita, fa recitare chi incontra, si agita, si identifica perdutamente con il Potere, porta i cittadini nei ghetti più incredibili, divaga in continuazione. Non ha alcun interesse per la dignità né per la verità tant’è vero che il Caso Messina è stato completamente stravolto. Quella che descrive, con la scusa del viaggio nell’universo di Genovese, è la città del tengo famiglia. Chi non ha qualità né idee scende in politica, si candida addirittura a sindaco: messinesi non piegatevi a questi cialtroni, resistete, restate lucidi pur se vi riempiono di frottole! Di più. Si candidano a essere il nuovo: ci vengono i brividi solo a pensarli consiglieri, figurarsi assessori. La classe dirigente che serve a questa città non deve essere una ostentazione di rivoluzione nè una generazione legata al gadget. Per essere utili alla città ci vuole meno presunzione e più umiltà: persone così ne conosciamo tante ma (purtroppo) hanno preferito non competere con il nuovo che avanza, che poi di novità ha ben poco. Le primarie hanno confermato che sono solo neve che si è sciolta al primo raggio di sole. Mister G ha vinto, loro sono stati pesati e archiviati.