La politica cittadina è sempre più un universo a parte, maledettamente litigiosa. Tra poco più di un mese si voterà per ridare un sindaco ai messinesi – sperando di far ripartire così la macchina amministrativa – e invece di spiegare ai cittadini il programma e le soluzioni ai tanti guasti si discute su cosa faranno da grande Alessandro Russo e Francesco Palano Quero, che con tutta onestà ai più può fregar di meno. Problemi di identità? Conflitti d’interesse? Meritocrazia? Attaccamento al potere? O semplicemente ossessione per un posto di lavoro? Per i molti che non li conoscono, per carità non vi perdete niente, spieghiamo che si tratta di due baldi giovani del Pd che attualmente ricoprono l’incarico di Presidente in due circoscrizioni. Con tutta la generosità di questo mondo non crediamo che – nel caso in cui non venissero riconfermati alla guida – la città debba versare lacrime: abbiamo dovuto ingoiare cose molto più gravi di una semplice sostituzione di persone decisa dai partiti. Partiti ai quali devono rispondere anche Russo e Quero, pur dichiarandosi renziani: non è che è figo essere del Pd di Francantonio Genovese quando si viene premiati dal capo e diventa vergognoso se Genovese decide che altri possono ricoprire quegli stessi incarichi, o no? Insomma, l’attaccamento alla poltrona è un virus che non risparmia nessuno, neppure chi vorrebbe essere il rottamatore del potere. Ma fare politica non dovrebbe essere una missione stupenda anche senza intascare lo stipendio? Chi ha detto che se non si comanda non si può essere utili ai messinesi? Pensate a quante persone, ogni giorno, compiono il proprio dovere in favore della comunità in silenzio: forse Russo e Quero hanno mai speso un briciolo del loro prezioso tempo per aiutare gli ultimi senza prima aver avvisato i giornalisti amici in modo da strappare un titolo? Speriamo che questa mentalità che assimila emergenze, precarietà, vanità e potere non prenda piede: ci dovrebbe essere una legge che vieti la chirurgia plastica dei valori quando c’è gente che soffre, sul serio. La bravura di una persona non si crea col pongo.