RADIO ZANCA: il Codice etico è un’altra cosa

Liberiamoci dall’ipocrisia: il Codice etico condiviso dalle forze politiche è quanto di più falso che ci sia. Perché dopo ogni regola ci sarà un distinguo, dopo ogni virgola un chiarimento. Epperò, il candidato sindaco del centrosinistra in vista delle Amministrative di Messina, Felice Calabrò ha sottoposto all’attenzione dei partiti della coalizione un Codice etico da applicare in occasione delle amministrative del 9 e 10 giugno. Un patto tra gentiluomini da condividere come segnale chiaro di una precisa volontà di cambiamento da parte di tutte le forze in campo. Certo, l’intenzione è lodevole ma quanto sarà tenuta in giusta considerazione dai partiti nel compilare le liste? Sembrano trascorsi secoli quando nel bel mezzo di tangentopoli in molti invocavano il codice etico per risanare la politica. Tanti avvertimenti seguiti da una sfilza di precetti, norme di comportamento e divieti con l’intento di fare pulizia in casa. A coloro che erano indagati per i reati di peculato, malversazione, corruzione e concussione si imponeva l’obbligo di astenersi dal compiere attività di partito (!). I rinviati a giudizio e i sottoposti a misure cautelari per gli stessi reati, erano sospesi con l’obbligo di dimettersi dalle cariche pubbliche. A distanza di vent’anni l’etica è cambiata e delle regole si è persa traccia se è vero come è vero che più processi hai sul groppone e più diventi appetibile per molti partiti. In vista delle Amministrative messinesi centrodestra e centrosinistra non sembrano però avere problemi nel reclutare: di impresentabili ne vediamo fin troppi per scandalizzarci del grado culturale di molti candidati. Una volta per lo meno si invocava di salvaguardare in ogni modo la dignità del partito, la sua immagine, la sua credibilità. E dunque era raro trovare in Consiglio comunale semianalfabeti spacciati per statisti: oggi non è più così. E infatti i nodi son venuti al pettine. Abbiamo dovuto metabolizzare nomine, incarichi e perfino esperti del nulla per non dimenticare gli scandali che di volta in volta hanno sporcato l’onorabilità di questo o quel partito. Ci saremmo aspettati più di un passo indietro: ma ha prevalso la faccia tosta. Destra o sinistra non hanno badato a spese pur di arruolare il meglio del meglio che c’è sul mercato del voto di favore dimenticando che Messina si ritrova nel bel mezzo di un dissesto e che abbiamo bisogno di regole non di furbi. Liberiamoci dall’illusione, mettiamo da parte la morale e tappiamoci il naso: il peggio deve ancora venire.