Caro direttore,
credo che il primo problema per un giovane che vive a Messina oggi sia la precarietà, cioè il non avere un minimo di certezze nel futuro, con la scusa della flessibilità siamo arrivati a fare in modo che i giovani siano perennemente “in prova”, stage dopo stage, sfruttati, non formati, sottopagati dai “grandi”, datori di lavoro che prendono ragazzi in stage, che per essere assunti danno il meglio all’azienda, ma che verranno mandati via appunto perché il datore possa ripetere e ripetere questa operazione vantaggiosa … con questo panorama i “cervelli” se ne vanno all’estero? … come dare torto a chi “abbandona la nave che naufraga”? .. gli anziani non vengono mandati in pensione e quando arrivano alla “meta” sono costretti a riandare al lavoro perché la pensione non basta … Ma non voglio dilungarmi, la prima mossa per venire incontro ai giovani è “retrocedere” dagli ultimi passi, che, bisogna ammetterlo, sono stati fatti nella direzione sbagliata. Il secondo punto secondo me è quello di “svecchiare” il Consiglio comunale, che magari è la prima cosa da fare. Ci lamentiamo che la gioventù di oggi è disinteressata alla politica e ai problemi del sociale, cioè, i “grandi” hanno fatto di tutto per “imbambolare” i giovani perché , com’è sempre stato, chi ha il cervello attivo si fa delle domande e chi si fa delle domande cerca delle risposte e chi cerca delle risposte va a portare alla luce realtà anche scomode, così infastidisce, per questo i “grandi” per mantenere la loro comoda seggiola hanno sempre preferito far “giocare” e “divertire” i ragazzi così che possono restare il più a lungo possibile lì senza scocciature. Penso che sia fondamentale fare i dovuti cambi generazionali. Toccando questi punti si capisce perché si è ragazzi fino a 40 anni e non ci si rende indipendenti. L’ultimo punto, ma non ultimo per importanza, trovo sia, per i giovani ma non solo, la liberà d’espressione e di conoscenza! La comunicazione non deve assolutamente essere vincolata dal potere, così che sia i giovani che devono formarsi una mentalità, sia gli anziani che avranno già loro ideologie, possano comunque avere una cultura il più possibile vasta e attinente al racconto dei fatti reali, senza rivisitazioni “visionarie”. I ragazzi hanno diritto di potersi fare delle idee proprie, perché la conoscenza pilotata al servizio del potere è comunque oscurantismo e dittatura. Il sindaco da votare poi è la logica conseguenza di questo ragionamento. Maria Cristina Saija del Movimento 5Stelle mi sembra che più si avvicini al primo cittadino ideale.
Lettera firmata