La cartina per la felicità: Intermezzo

Un amico mi ha chiesto di pensare a quello che sarà il “giorno dopo” le elezioni amministrative nel nostro comune. Ho riflettuto un poco e mi pare di poter dire che il “day after” sarà il prolungamento di tutto quello che sta maturando adesso, nel bene e nel male. Comprendo che la mia affermazione può sembrare alquanto criptica o sibillina. Per spiegarla meglio mi rifaccio a una esperienza vissuta al largo di Punta Piramides (Peninsula de Valdes – Argentina), allorché per ammirare il passaggio delle balene (uno spettacolo naturale di rara bellezza), decisi di imbarcarmi su una lancia per meglio fotografare il passaggio dei bellissimi cetacei. Dopo una serie di forti emozioni, un pescatore mi riferì il proverbio popolare che suona più o meno così: “Un branco di squali riesce ad attaccare e a divorare una balena, ma di pescecani ne muoiono molti”. Questa metafora, a mio modesto avviso, illumina quel che sta avvenendo. Alla fine delle elezioni verrà sancita la morte della balena (e dei balenotteri) e il decesso di molti squali, vittime sacrificali dell’assalto. Certo questa immagine è un po’ violenta, ma alla fine la realtà sarà questa. Allora (solo allora!) ci sarà tempo per aprire definitivamente gli occhi e rivedere – come le sequenze di un film – i passaggi sbagliati, le alleanze di facciata, l’abbaglio del potere che ha accecato a tal punto da non vedere nessun altra soluzione, magari una valida alternativa.
E qui entra in gioco il ruolo della squadra, l’apporto cioè di coloro che si erano coinvolti a vario titolo a remare a sostegno del candidato designato. E’ sempre più vero che si vince e si perde insieme. Tanti di costoro toccheranno con mano che le insidie intraviste durante la campagna elettorale, si sono tramutate in disfatta. Da relativizzare. Per non essere disfattisti. Le domande sorgeranno spontanee. Cosa era meglio fare: non tentare nemmeno di mettersi al servizio? Perché, in fondo, il potere è un servizio. Lasciare la città in balìa di se stessa e del suo destino? No. Bisognava con più umiltà e oculatezza sedersi e calcolare se si poteva affrontare con diecimila uomini chi viene incontro con ventimila (Lc 14,31). Adesso però non c’è più voglia (ormai lo scettro è in mano altrui), né forza (tanti sono logorati e feriti, miracolosamente sopravvissuti). Ci si concentrerà sul fare un’opposizione puntigliosa e costruttiva. Resterà almeno questa consolazione…

Ettore Sentimentale