E’ indubbiamente una scelta di buon senso far coincidere le date degli appuntamenti elettorali: si risparmia e ai cittadini si evitano ritorni alle urne. L’election day è il giorno in cui si concentrano le elezioni; è stato sponsorizzato da tutte le parti politiche che, guarda caso, l’hanno dimenticato per gli appuntamenti di quest’anno: le elezioni nazionali, regionali, locali. Le elezioni, recenti e attuali, si potevano svolgere in unica data, a febbraio, per esempio. Dopo aver dichiarato per anni che il cittadino non può essere tormentato con ripetute chiamate ai seggi elettorali e che occorre razionalizzare la spesa, la nostra classe politica sembra affetta da un improvviso crollo di memoria: ha tenuto distinte le date per le elezioni nazionali e regionali da quelle amministrative. Se non facciamo male i calcoli una tornata elettorale nazionale costa circa 400 milioni di euro. Le aule scolastiche sono rimaste chiuse per le elezioni nazionali e regionali, a febbraio, e riaperte dopo soli 2 mesi per le elezioni locali a doppio turno. Giorni di scuola persi per gli alunni, mancata prestazione per gli insegnanti, forze dell’ordine impegnate in servizi di guardia invece che in attività proprie, presidenti di seggio e scrutatori sottratti alle normali mansioni lavorative. Uno spreco di risorse e di energie senza pari! Ma di questo la nostra classe politica non se ne cura; a torto, ovviamente, perche’ sollecitare la disaffezione ha effetti disastrosi, infatti, la percentuale dei votanti diminuisce. Perche’ meravigliarsi?
Primo Mastrantoni, segretario Aduc