Accorinti, poi Accorinti e poi ancora Accorinti. E’ un coro, con pochissime note dissonanti, quello che i delusi del centrodestra hanno intonato ieri a Messina in vista del "ballottaggio" al Comune. Ma attenzione: non c’è nessuna possibilità che Renato Accorinti vada a fare il sindaco vista la forbice tra lui e Felice Calabrò. Anche se i nemici Calabrone Calabrò li ha in casa. E i giochi così si complicano. Che vogliamo dire? Che è arrivato il momento che Calabrò dialoghi con gli alleati a cominciare dai posti da assegnare in Giunta se non vuole perdere la possibilità di indossare la fascia di primo cittadino. Si sa solo che bisognerà aspettare che i motori si saranno raffreddati dopo lo sforzo della prima fase che ha visto cadere sul campo molte vittime illustri sui due fronti e che Francantonio Genovese è uno che dialoga con tutti e non sottovaluta nessuno degli avversari. Alla fine se per vincere o rendere meno amara una sconfitta al ballottaggio basta una sua telefonata, un suo generoso sorriso perché negarlo? Una tartina al caviale ai leader dei disavanzi in nome degli avanzi.