Renato Accorinti e Felice Calabrò hanno presentato le squadre ai messinesi: assessori mordi-e-fuggi, sarebbe il caso di dire. A riprova che la confusione nei due schieramenti regna sovrana. Tra una settimana si deciderà chi sarà il nuovo sindaco ma già si può sostenere che avremo una Amministrazione perennemente provvisoria. E su tutto la sconfortante certezza che l’instabilità, la litigiosità, la contrattazione fra partiti aprono sempre più spesso le porte di Palazzo Zanca all’inefficienza e al malgoverno. Con quello che già siamo a conoscenza è quasi impossibile che chi andrà a gestire il Comune saprà far ripartire la macchina. Appunto: e se la qualità è bassa il risultato sarà negativo. Una settimana per riflettere basterà? Con chi lamentarsi se l’autobus non arriva, a chi dare la colpa se l’acqua è assente nelle nostre case e le strade pattumiere? All’assessore competente, è ovvio. Ma l’assessore, è un’entità quanto mai astratta ed evanescente. Ne abbiamo scritto di cose per esempio sull’ultima Giunta eppure li hanno fatti ricandidare come se fossero stati dei campioni di pubblica amministrazione. La spartizione delle poltroncine è un’arte combinatoria assai complessa, che coinvolge un personale politico ristretto e mobilissimo. Appena c’è odore di vittoria si presentano per intascare il premio. Non fa differenza se bianchi, rossi e neri; se si combatte la mafia o l’usura: bisognerà pur iniziare a incassare da qualche parte. I professionisti del pianto, infatti, sono molto più resistenti delle cariche e non conoscono la vergogna. Quanto alle deleghe, cioè le fette di vero potere in gioco, non c’è nulla di più mobile e indefinito. Pur di dare un posto a qualcuno che altrimenti non saprebbe come campare la politica mette in mostra una fantasia senza confine, capace di espandere a piacere i posti a disposizione, se il bilancino fra i partiti lo richiede. E le emergenze messinesi? A chi volete che importi: tanto prima o poi ci sarà un’altra elezione e un programma da riempire. Meglio se con priorità già note.
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