Questa partita la possiamo vincere, perdere o pareggiare… Sicuramente “la libertà è un albero” non sarà mai il motto della Messinesità da operetta. Perché se si dovesse combattere il cemento che devasta le colline cittadine con più alberi e più cura del verde pubblico, potremmo già sentenziare di aver perso la battaglia. Gli alberi a Messina sono divenuti merce rara e quelli che attualmente ci sono, abbandonati a se stessi. Non si può continuare con gli attuali sistemi: persino il centralissimo viale San Martino è in decadenza, con rami – trappola e alberi a rischio caduta. D’accordo le cronache della politica locale ci dicono che siamo nel bel mezzo di un ballottaggio epocale anche se non siamo pronti a una rivoluzione sociale: i veri paladini non sono a caccia di poltrone né incarichi ma pensano alla gente mentre quelli colorati d’arancione sono okkupati da altre mille priorità visti i molteplici impegni sociali. Ma per i cittadini questo conta fino a un certo punto e quando al prossimo sindaco si chiederà di parlare chiaro in materia d’ambiente e riqualificazione del territorio speriamo che non farà come tanti ex sindaci messinesi con slogan e banalità: evidentemente preferendo cambiare argomento. Così se tutti i cittadini si comportassero come loro la città sarebbe destinata a una fine triste perché è risaputo che sostenere una politica verde in un luogo come Messina si traduce in scontri continui con gli interessi della Lobby dello Stretto. Perché quando ti batti per la difesa dell’ambiente scopri che la posta in gioco è un’altra e molto più alta. Dunque che fare se i controllori non controllano il verde? Verde pallido si intitolava un manuale Usa sul declino degli ambientalisti. Da una parte s’erano affermati movimenti più devoti all’attività di propaganda e dimostrazione che non alla routine faticosa della direzione politica, vedi Greenpeace. Dall’altra i partiti tradizionali avevano agganciato, con efficacia, le tematiche verdi. Messina è sulla cattiva strada e la sensibilità per proteggere gli spazi idonei è affidata a pochi eroi privati. La politica preferisce guardare da un’altra parte, verso le potenzialità del cemento padre di tutti i vizi anche se nei convegni riservati ai soliti notabili. Le recenti inchieste della magistratura hanno persuaso qualcuno a smantellare qualche palazzo, ma non l’industria del mattone. Costa di più lottare per il verde che inquinare e impoverire l’ambiente. Del resto a conti fatti e alla luce della natura umana i cosiddetti verdi pallidi romperanno un po’, ma alla fine si accorderanno sempre con qualcuno. Basta vedere come sono stati ridotti gli alberi, coronamento di una carriera, eccetera. Ma intanto lasciateci respirare. Lasciateci curare il nostro verde quotidiano e smettetela di usare i cittadini per agguantare una poltrona. Questa partita la possiamo vincere, perdere o pareggiare.