
di Paolo Barbera
Fare buona politica e rendere un servizio alla nostra città non necessariamente si deve esplicitare nell’intraprendere progetti mirabolanti o promettere soluzioni miracolose, che poi, come troppo spesso accade nel nostro paese (specie al sud), finiscono per esaurirsi in un nulla di fatto. A volte, basta guardarsi semplicemente intorno, osservare le risorse di cui il territorio dispone e concentrarsi su opportunità e progetti concreti, fattibili, oltre che mirati alla valorizzazione delle risorse attuali. E allora, dal naturale incrocio di due notizie apparse di recente sulla rassegna stampa (di cui una ha anche avuto un forte eco nazionale), ci si è prospettata un’intuizione che riteniamo felice e che desideriamo sottoporre alla cittadinanza. Recentemente il Corriere della Sera con le autorevoli firme di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo segnalava l’assurda situazione venutasi a creare a proposito del Museo Nazionale della Magna Grecia a Reggio Calabria e dei famosissimi Bronzi di Riace. Richiamati urgentemente a Reggio dopo una fugace esposizione a Firenze si sono imbattuti nell’anomalo caso del Museo Nazionale della Magna Grecia che doveva essere aperto già nel 2011 e i cui costi ampiamente lievitati non hanno consentito a tutt’oggi una valida soluzione per l’esposizione di questo autentico tesoro che continua a giacere in un’assurda posizione orizzontale nell’androne del Consiglio regionale.
D’altra parte è notizia recente che Messina ha raggiunto e superato la ragguardevole cifra di 500.000 presenze legate all’utenza crocieristica nel 2011. Si potrebbe, quindi, ipotizzare un percorso virtuoso che riesca a contemperare gli interessi delle due sponde dello Stretto di Messina. Spostando, temporaneamente, fino al completamento del Museo della Magna Grecia i due reperti archeologici al Museo Regionale di Messina si potrebbe dirottare una notevole quota dell’utenza crocieristica messinese ed indirizzarla verso i Bronzi ospitati, appunto a tempo definito, presso il Museo Regionale di Messina. Il ritorno a Reggio delle statue offrirebbe un’ulteriore effetto virtuoso in quanto potrebbe spostare sull’altra sponda dello Stretto la quota dell’utenza crocieristica messinese, ormai stabilmente orientata verso questa nuova offerta da aggiungere alle consuete mete (Taormina, Eolie, visità della città). Ciò determinerebbe effetti ampiamente positivi sulla spinosa questione dell’attraversamento dello Stretto (vedi Metromare) e darebbe valenza pratica al concetto (finora spesso vuoto di contenuti) di area integrata dello Stretto. Ciliegina sulla torta è costituita dalla recentissima notizia che vede la concreta possibilità che allo Stretto di Messina venga riconosciuta (come meriterebbe!!) la qualifica di patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco. Il battage pubblicitario legato a questa operazione di marketing turistico potrebbe addirittura costituire occasione di rafforzamento della candidatura Unesco.