Se si tornasse oggi alle urne, con una affluenza in ulteriore calo al 66%, Centro Sinistra e Centro Destra rimarrebbero sotto gli 11 milioni di voti, posizionandosi intorno al 35%, con uno scarto tra le due principali coalizioni inferiore ai 100 mila voti. Il Movimento 5 Stelle otterrebbe il 19%, l’area dei centristi il 7%. Il PD con i suoi alleati conquisterebbe appena 10 milioni e 560 mila voti, il Centro Destra pochi di meno (10 milioni e 500 mila). Ma, dato decisamente più importante, circa 16 milioni di elettori sceglierebbero di non recarsi alle urne. È quanto emerge dal Barometro Politico di settembre dell’Istituto Demopolis che conferma l’incertezza del quadro politico ed il consenso altalenante ai due principali partiti del Paese. Il PD (27,5%) superebbe oggi di mezzo punto percentuale il PDL (27%), la cui forza elettorale appare molto legata ai destini di Silvio Berlusconi. Il Movimento 5 Stelle, in ripresa rispetto al mese di luglio, ma ancora lontano dal risultato delle Politiche, si attesta al 19%. Al 5% SEL di Vendola, al 3,9% la Lega. I dati di Demopolis confermano la crisi di consensi per Scelta Civica (3,7%%), mentre qualche segno positivo lo registra l’UDC che risale al 2,8%; sotto il 2% le altre liste.
“Si tratta di dati – afferma il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento – destinati a modificarsi profondamente in uno scenario politico che dovrà presto misurarsi con almeno tre grandi incognite: la legge elettorale con cui ci si recherebbe effettivamente al voto; l’ipotesi di un Centro Destra, per la prima volta da vent’anni, senza Berlusconi candidato Premier; il sindaco di Firenze Matteo Renzi alla guida del PD e della coalizione di Centro Sinistra”.