di Roberto Gugliotta
“Rivoluzione in corso” dicono i commentatori del Sistema, e non hanno torto: la nuova Messina che s’intravvede nella pancia del Potere sembra un mostro degno della serie Atlas UFO Robot. Accorinti ha tolto i cancelli ma ha lasciato i furbi. Quelli che oggi entrano per parlare con il sindaco scalzo sono incazzati più di prima: per i ritardi, per il degrado e per la sporcizia. Altro che rivoluzione in corso! Quel senso di democrazia dal basso che ti obbliga a una sorta di inchino un po’ umiliante. Nelle stanze del Palazzo, oggi più di ieri, si va per obbligo, si entra con sofferenza, si gira turandosi il naso per non svenire dalla puzza di ipocrisia che regna nel Comune. Più che rivoluzione dal basso questo sindaco vive il momento più basso della sua storia. E del resto la politica non ha mai avuto la cultura della dignità. Si fa fatica a distinguere questa Giunta da quelle precedenti: questi baldi assessori sono buoni per tutte le stagioni. Paradossale, ma verissimo. Che ci fanno questi paladini con il potere? E’ trascorsa l’estate ma non abbiamo notizie di rivoluzioni nei costumi e nelle spese: contratti d’affitto eterni, a canoni ridicoli era il motivetto dei rivoluzionari e oggi? E’ cambiato l’andazzo? Ato3, Amam, Servizi sociali, Patrimonio e se fuori dal Comune c’è un immondezzaio chi se ne frega, tanto i messinesi fessi da qui devono passare. D’accordo sentiamo ripetere a più riprese che riqualificheranno Maregrosso, renderanno bellissima la Zona falcata, romperanno il monopolio dei Franza e se proprio ci andrà di lusso avremo tre quotidiani locali, un tabù finora mai infranto. Ma Messina avere sogni di riscatto è una malattia contagiosa, quasi ti porta alla fine della tua vita. Messina è senza speranza perché chi dovrebbe comandare la rivoluzione è il primo dei conservatori con tutto quello che ne comporta. Avete mai visto una rivoluzione guidata da chi ha ucciso i sogni dei cittadini dello Stretto? Naturalmente è doloroso dover scrivere questo significa ammettere che tutto è una finzione. Si continua a prendere in giro il popolo mentre la città tocca il punto più basso della crisi. Guai a dirlo però, la rivoluzione è in corso. Consiglio di emigrare all’estero.